[Nota attuale: anche qui ho sfoltito togliendo una poesia, perchè era davvero sdolcinata e pseudo-amorosa e allungava inutilmente il post]
Bene, visto che ormai sono tornato e ho riabituato le mano all'uso della tastiera, voglio proporvi un po' delle mie poesie, anche perchè sono convinto che, andando avanti, esca il meglio di me.
ho cominciato dai miei deliri amorosi, sono passato per le crisi mistiche ma adesso posso offrirvi il "nettare" dei miei fiori, tutta quella produzione nata dopo l'incontro-scontro con CL e alcuni grandi poeti e uomini di letteratura come Dante, Montale, Saba, Hugo e Coelho, per citarne alcuni.
Qesto sfoggio di nomi non vi tragga in inganno: non sono un letterato vero e proprio, ma solo un tizio qualunque che ha letto, qua e là, qualche frammento di uno, un romanzo dell'altro e così via; d'altronde, non è che oggi sia così difficile "farsi una cultura", il materiale ha un prezzo relativamente basso ed è facilmente reperibile e fruibile, basta conoscere l'alfabeto e un po' di grammatica; io mi reputo, personalmente, uno di quei prodotti della società moderna che ha saputo sfruttare l'immenso potenziale della produzione di cultura di
massa.
in parole povere, mi sono fatto una biblioteca solo con libri "tascabili", "economici", scontati del 20%, venduti a 1 € (2 € massimo) alle bancarelle della Bruna, venduti "a peso" al Carrefour o regalati ai compleanni.
solo raramente, ed in casi eccezionali, ho comprato un libro da una libreria: è successo per "Il cammino di Santiago" di Coelho o "Cent'anni di solitudine" di Garcia Marquez e pochissimi altri, in tutto forse neanche una decina. il resto, che costituisce comunque un'eccezione, è stato comprato in edicola come "prima uscita di..." ed è quindi sempre a basso costo.
Una "cultura low-cost", insomma, per l'appunto.
ma come al solito, ho divagato; riprendiamo il filo del discorso e torniamo alle mie poesie.
ho deciso di pubblicare una "selezione" delle migliori, per non annoiarvi con altre che sono spesso solo esperimenti o perdite di tempo.
detto questo, armiamoci e partiamo.
LUNA
Luna
Quanti sogni ti attraversano;
nella tua luce si illumina il mondo
della tua luce si impregnano,
ogni notte,
il mare e gli oceani che ti rispecchiano
in una miriade di riflessi argentei.
Solo una notte dura il tuo regno, luna,
ma ogni notte ritorni, mutevole,
come una falce o come un sole,
simbolo perpetuo
di ciò che siamo noi
e di quello che ci attende.
Questa ha origini "auliche" e nello stesso tempo profane: mi hanno ispirato Leopardi e Alessandro Safina, con la sua splendida canzone "Luna". tengo molto ancora adesso a quella canzone, che rappresenta un esempio particolare di come si possano far convivere, nella canzone contemporanea, il canto lirico e le sonorità dei nostri strumenti. mi piacerebbe, un giorno, scrivere qualche canzone mescolando gli stili; certo, non potrei cantarla io che sono notoriamente stonato, ma sarebbe comunque bello scriverla. per quanto riguarda questa poesia, posso solo dire che è uno dei miei più riusciti esperimenti di "descrizione-riflessione", cioè di mescolamento delle due cose in un unico contesto. è un bel bozzetto di paesaggio lunare, ma non uno dei migliori, anche perchè basato su un bel po' di clichè. mi piace comunque, perchè ha un bel suono e un bel ritmo.
PIOVE
Lievemente
una goccia d’argento fuso
scivola sul mio volto
piano, pianissimo,
la sento accarezzarmi
mentre cade.
O goccia d’acqua
com’è breve la tua carezza!
Come vorrei sentirti ancora!
Ma, meraviglia!
Mille, milioni, miliardi
di altre goccioline
cadono, come lacrime dal cielo,
sulla terra e su di me,
e sulle piante che bevono, assetate,
la vita che gocciola giù dal cielo.
Piove.
Questa, come molte altre dopo di lei, celebra la meraviglia e il miracolo della pioggia, della re-idratazione ciclica della terra. è un simbolo potente, che indica la felicità dopo il dolore, il sollievo dopo la pena e tutte queste cose così, insomma, credo che si capisca. ancora oggi, rileggendola, non posso fare a mano di sentire un brivido: è un po' infantile, ripetitiva a tratti, ma ha il fascino della spontaneità, dell'immediatezza; quando scrissi questa poesia non mi curai di cercare il modo "più giusto" per dire questa cosa, ma la scrissi di getto, come mi veniva, per quello che aveva cambiato in me. da allora aspetto sempre la pioggia, ogni volta che vedo nuvole scure all'orizzonte respiro profondamente e cerco di sentire "in anticipo" l'aria umida e rinfrescante. d'estate, vi assicuro che è una goduria.
MUSICA
Quando nel bosco
le foglie frusciano
e gli uccellini cinguettano,
o nel prato,
quando il vento fischia
chiamandoti spesso per nome
o se, nel silenzio della notte,
d’un tratto senti le cicale frinire
e le rane che gracidano,
o se sei nel silenzio più assoluto
e avverti nell’aria
la melodia del silenzio,
più espressiva di mille parole o suoni,
allora intorno a te c’è musica,
la senti che vibra e non puoi fermarla,
non ti lascia, è dentro e intorno a te.
Questa è un altro esperimento ben riuscito, quello del dialogo, della "poesia discorsiva" nella quale l'autore si rivolge ad un "tu" non ben definito che può essere il lettore o il poeta stesso. io personalmente ho usato questa tecnica riferendomi a tutti, quindi anche a me stesso; ma non è l'unica cosa che rende bella questa poesia. questa parla della ricerca del silenzio, che in realtà non esiste perchè ogni cosa, nel suo esistere, fa rumore, dal sibilo del più piccolo alito di vento ai piccoli animali nascosti nell'erba che friniscono, fino ad arrivare al gracidìo delle rane o al cinguettìo degli uccelli; è però anche un invito a questa ricerca, che pur fallita già dal principio, ci porta a scoprire il "respiro della natura", cioè il rumore che fa mentre esiste. bello eh? io lo adoro...
Aaahhhhh..... che relax, sto mangiando delle meravigliose mandorle fresche appena sbucciate, bianchissime e dolcissime, nonchè croccantissime. ne mangerei a chili, di quelle mandorle; starei ore ed ore a schiacciarne la dura scorza nascosta sotto il morbido strato verde, per poi svellerne la pellicina e addentrarle!!! Dio quanto mi piace mangiare (e non uso questa locuzione a sproposito, ve lo assicuro)!!! Potrei inventarmi un mestiere apposito, il "mangiatore", non il degustatore, quello che per conto delle grandi riviste stila la classifica dei ristoranti, ma proprio uno che si occupa solo di mangiare senza giudicare, uno che sappia gustare tutti i piatti scoprendovi in essi la bellezza: il sapore denso della cipolla in un sugo appena fatto, l'odore acre dell'aglio rosolato negli spaghetti aglio olio e peperoncino, la cremosità della besciamella nelle lasagne al forno, la salsedine nella pepata di cozze e il tripudio di colori terrigni del minestrone, salendo sempre più su, di gusto in gusto fino al sublime dei dolci, per assaporare l'ariosità d'un albume montato a neve e la grazia di una meravigliosa glassa al cioccolato, passando per l'incredibile dolcezza della panna montata e la friabilità della pasta frolla, lasciando che il suo palato saltelli sui meravigliosi monti di sofficissimo pan di spagna ricoperti di zucchero a velo, tra multistrati di pasta sfoglia e indicibili creme di ogni varietà, per poi affogare in un oceano di gelato, con mille e mille fiumi di stracciatella, puffo, amarena e infiniti altri gusti che vi si
riversano.
E il naufagar m'è dolce in questo mare.
Au revoir, mes amis!
Grillo Sognatore.
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