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lunedì 30 gennaio 2012

Repost: Malinconia / 16/04/2011

C'è un racconto molto bello, nei Sillabari di Goffredo Parise, sulla malinconia: la storia di una bambina che, a volte, si lascia prendere da questo sentimento. è un racconto che non spiega niente perchè nella malinconia non c'è niente da spiegare: è il sentimento più vago e misterioso di tutti. Ci sono sentimenti più vaghi, certo, come il malessere, o più misteriosi, come l'amore, ma nessuno riesce a coniugare i due con così tanta intensità.
Del malessere, almeno, possiamo conoscere la causa (almeno in generale), e pertanto non è così misterioso; e dell'amore la causa non si conosce, ma è non è affatto vago. Ma la malinconia cos'è? è positiva o negativa? Da dove nasce? dove va a parare?
La malinconia non ha obiettivo: si rivolge al Tutto indefinito. ma cos'è? non si sa. la si potrebbe definire "uno sconsolamento prodotto dall'insufficienza del mondo". Ma insufficienza di cosa? di felicità? e in che senso? perchè la felicità tu sai benissimo che nel momento in cui sei malinconico sei tu stesso che la stai dissolvendo. Dunque la causa della tua malinconia è la tua malinconia stessa.
In sostanza, se dovessi descriverla, userei una tautologia: non c'è malinconia se non nel momento in cui uno "si sente malinconico". In buona sostanza, è una pippa mentale.
Liquidata così la questione, l'oggetto però resta.
E Baudelaire, nei Fiori del male, ne ha fatto uno dei pilastri della sua concezione poetica: non c'è amore, non c'è Ideale, non c'è bellezza che non sia velata dalla malinconia, dall'insoddisfazione, che si trasforma, quando l'uomo perde la fiducia nella raggiungibilità di quegli obiettivi (amore, Ideale, bellezza), in spleen, altro sentimento quasi indefinibile che non a caso non ha sinonimi precisi: oscilla tra la depressione, l'alienazione e lo sconforto. Comunque, non una cosa molto allegra.

Scusate questa parentesi letteraria/filosofica che non so dove vuole andare a parare: è solo che dopo essermi imbevuto di Baudelaire per una settimana (ho appena dato l'esame di Letteratura frencese del XIX secolo) sentivo il bisogno di fare almeno una secrezione scritta di quest'angoscia che ho letto pagina dopo pagina.

Questo non toglie che nei Fiori del male ci siano anche delle poesie di uno stranissimo sentimento di serenità e grandezza, quasi sublimi: per esempio L'invito al viaggio, della quale Franco Battiato ha dato una sua personale versione musicata. è una traduzione un po' opinabile (soprattutto perchè ha eliminato dal "ritornello" baudelairiano la parola "lusso", non so perchè), ma molto molto molto bella, un'abbinamento perfetto tra parole e musica.

Anzi, visto che è così bella, ve la posto.



Alla prossima
Grillo Sognatore

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