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martedì 2 aprile 2013

Book of the week 2 - Nascita di un mito


Sir Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso

Giunti Editore, 1996

Libro fortunosamente trovato tra quelli che la mia biblioteca di quartiere dismetteva a offerta libera, appena due settimane fa. In ottimo stato, gli unici difetti glieli ho procurati io in questi giorni: orecchie, rilegatura allargata, etc (eh si, mi piace leggere con una mano sola, spesso anche in piedi e camminando, quindi piego sempre il libro a metà. Disprezzatemi se volete, non vi posso dare torto).
L'offerta l'ho lasciata generosa, per ricompensare la fortuna. Vedi mai dovesse farmi un'altra visitina.

Da quando, l'anno scorso, ho scoperto la serie Sherlock, mi sono re-innamorato di questo personaggio. Si, il film di Guy Ritchie mi era piaciuto, ma non mi aveva fatto venire voglia di rileggere i romanzi di Conan Doyle, forse proprio perchè la storia era inventata di sana pianta. Quella serie, invece, mi ha riattizzato una fiamma mai spenta. Risale agli anni '90 il mio primo incontro con l'affabile narrazione di Watson, quando mi regalarono i racconti. Non avevo però mai letto un romanzo, e finalmente ora ho potuto gustarlo.
Dal punto di vista stilistico, non c'è da dire granchè: narrazione ancora un po' ottocentesca, con un bel paio di digressioni sul moralistico, tendenza a spiegare anche troppo, e anche (lo dico con una punta di amarezza) deduzioni un po' più banali di quelle che mi ricordavo. Insomma, sono stato un po' troppo viziato dalla serie, con tutti quei momenti al rallentatore, i focus, le sovrimpressioni, gli effetti speciali di ogni tipo mi ero dimenticato di quanto in realtà Holmes fosse flemmatico, riflessivo, e soprattutto a-tecnologico.

Però andando avanti è stato proprio quello che mi ha fatto re-innamorare del personaggio, che mi ha fatto superare la delusione iniziale e mi ha spinto ad andare alla fine del romanzo. Perché il suo potere è la mente, una mente che non si lascia distrarre nemmeno dalla teoria copernicana («Lei mi dice che giriamo intorno al sole. Ma anche se girassimo intorno alla luna che differenza ci sarebbe per me e il mio lavoro?»), non gli strumenti che usa e/o che inventa, ma l'ingegno sottile come un coltello.
E, di questi tempi in cui senza un pc o uno smartphone non si riesce nemmeno ad organizzare una giornata, e senza Google non siamo più capaci di fare una ricerca degli orari ferroviari, quella di Holmes è una grande lezione.

Alla prossima
Grillo Sognatore