Pagine

domenica 15 gennaio 2012

Repost: ... [Un incontro gradito] ... / 5-06-2008

Carissimi amici!
Non mi facevo sentire da parecchio... per colpa dei miei esami che mi si stringono al collo a mo' di cappio.
Oggi, però, ho cinque minuti di tempo e vi posto la continuazione della mia saga epica in versi, "Il Cazzeggiatore", che ormai ha raggiunto proporzioni inaudite.
buona lettura!

Canto II
Stanze XV - XXVI

Mannaggia quant'a dir esta cosa è cosa dura!
I' non credevo a' miei occhi, quand'il vidi: enorme
un dragone sorvolava l'aere sovra noi, sicchè noi
ormai presi tra l'incudine e 'l martello pregavam
ch'almeno la morte ne fosse rapida e indolore;
ma il popol, viste quelle fauci, tal si cacò sotto
che scappò immantinente, lasciandoci al drago.
più non vi so dir di quant'ero appaurito, lettori.

Come di cera una statua al famoso museo, stavo
atterrito guardando il mostro calare in picchiata
vers'il Principe; e gli urlavo: "lèvati da lì! lèvati!".
Ma lui non si spostava, tremando come foglia
al vento d'autunno, quando vede approssimar
la fredda stagione, si chè si sentia l'armatura
cigolar e tintinnar, come fanno le campane il dì
di festa, se un monaco gobbo le scuote per nome.

ma persi il filo. dov'eravam? ah già! quel bestione
che non descrivo, per non nausearvi troppo, era
ormai sopra di lui, e spalanca le fauci per pigliarlo,
e quel poveretto non si spostava, tutto piangente,
e la spada gli cade, e s'inginocchia giungendo le mani,
e grida e invoca pietà, e 'l drago ardente, sbuffante
nerissimo fumo dalle nari, sta per farne un boccone!
quand'accade una cosa che per poco non svenni.

dico che quel drago, grande come una montagna,
ad un centimetro dalla sua faccia tira fuori la lingua
e gli dà una gran leccata, come farebbe un cagnolino
affettuoso col suo padrone, quando torna a casa!
e si siede a comincia ad agitar la coda, e ad abbaiar.
il Principe, esterrefatto, cade come un corpo morto.
per farlo rinvenir, non avendo a portata sali nè nulla,
gli rutto forte in un orecchio. e per fortuna funziona.

riprende i sensi, si scuote tutto, con uno schiocco
di dita fa scomparire l'armatura; si mette a sedere
e mi dice piano: <<ma il drago è ancor lì?>> <<si>>
gli rispond'io. <<bene.>> dice, e sviene di nuovo.
nel frattempo il drago, un po' annoiato, si gratta
l'orecchio con una zampa, facendo saltar delle pulci
grosse come topini. I' non capisco men che niente,
però vo' fare una pruova: prend'un rametto di legno

e facendo un fischio lo lancio. non l'avessi mai fatto!
il drago, con un balzo incredibil, va in un boschetto
poco distante, e torna con in bocca una sequoia,
che mi lascia cader addosso. allora sì che la vidi brutta!
con chissà che energie feci il salto maggior della vita,
e la scansai di poco. col cuor a mille, guardai la bestia,
che con la lingua a penzoloni mi chiedea: "ancora!"
parola mia, l'animal più strano che si potesse pensar.

per fortuna il fracasso avea risvegliato il Principe, a cui
con due parole spiegai il fatterello; al che lui, con occhi
e bocca spalancati, disse: <<non è possibil...>> <<che?>>
<<che codesto sia Adalgiso!>> <<adache?>> <<Adalgiso,
il mio draghetto di compagnia, che smarrii anni fa!>>
Ah questa poi! ogne minuto di più il mio cervel parea
trasformarsi in pappetta multicolore. <<di compagnia!>>
<<si, me lo regalò il mi' babbo, per i miei dodici anni.

sieggiti qui, ed ascolta la storia>> "ancora storie! ma qui
non si mangia mai niente!" <<quand'ero piccinino assai,
mi prese un piccio, e volli un topolino, e papà lo comprò.
ma venne un gatto che si mangiò il topo, e poscia un cane
si mangiò il gatto, e un macellaro che prese un bastone
e gliene dette di santa ragione, e un notaro che gli dette
una multa da parte della Protezione Animali, e un toro
che lo incornò, e un fuocherel che al toro bruciò la coda,

e una scimmia che strillava "oi marì!", e i pappagalli dicean:
"polly non vuole il biscotto! dallo a tua madre!", e insomma
per fartela breve una tal caciara, che mio padre pensò: "se
un topo fa sto casino, tanto val che gli compro un drago".
e così fu. quando l'ebbi, che felicità! ma fummo costretti
ad abbandonarlo in autostrada, a causa dell'enorme pupù.
Però mi rimase sempre nel cuor, che speravo che un giorno
prima o poi m'avrebbe ritrovato. ed eccolo!>> e giù carezze.

qui mi convien fare una pausa, giusto per riprender fiato.
ma dico io, per uno scioperello che volevo far, mi tocca
di cacarmi addosso un momento si e l'altro pure? draghi
incendi orchi, politici e chissà che altre male creature
m'avrebbero dato la caccia, d'allora! ma intanto, allora,
non m'importava; giuocavo con un drago! allor notai,
in sulla punta dell'immensa coda, un fiocchettino rosa
tutto stropicciato; e ne chiesi ragione al mio Principe.

<<o duca>> cominciai, <<che per tante e tali avventure
mi conduci, quali i' non udii nemmeno narrare, cos'è
quel nastrino sulla coda d'Adalgiso? e soprattutto dimmi,
perchè ha codesto nome così buffo?>> <<quello glielo mise
la mia cara e buona e compianta sorellina>> <<capisco.
anche lei defunta con l'attentato delle canne reali?>>
<<no affatto! è ancora viva, ma adesso s'è rifatta tutta
e gira pubblicità di reggipetti e film osè, e fu ripudiata.

per quanto riguarda il nome di questa venerabile bestia,
sappi che Adalgiso fu sol un'aggiunta posticcia di lei,
mentr'io l'avevo chiamato Mortuario Ammazzaneonati
Stupradragonesse Sbranapersone Squartaintestini
Trigesto Ermengardo Burgundo; credevo s'addicesse
maggiormente. ma come lei lo chiamò Adalgiso, lui
subito saltellò festoso: allor gli rimase, e m'adattai,
e solo dopo capimmo il perchè di questa preferenza.

Ammetto che come autore satirico non sono granchè, per questo mi sono rigettato sul mio genere preferito, lo squatter-splatter-vomitoso-allegroso, condito anche da citazioni colte e d'autore, che vi lascio individuare da soli.
Naturalmente nella prossima puntata continuerà il racconto del Principe, che svelerà il mistero del drago Adalgiso: ma non vi anticipo niente.

Alla prossima
Grillo Sognatore

Nessun commento:

Posta un commento