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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: Eredità storica e divenire / 14-01-2008

"Questo Paese, così com'è, non va!" (frase populista, ma che esprime abbastanza bene il succo del discorso).
Eppure, nascoste nella montagna di sterco di questa bolgia che è l'Italia, ci sono tante cose belle che spesso dimentichiamo di avere. Tante cose che Benigni, con la sua lettura di Dante, ci aiuta a ricordare: l'arte, la letteratura, la lezione politica dei tanti che si impegnarono per governare in modo razionale e unitario questa Penisola ingrata, la lezione morale di chi si sacrificò per le generazioni future (cioè noi).
Abbiamo un passato straordinario (e non uso questa parola a sproposito: è davvero fuori dall'ordinario), così ricco e bello che non ci accorgiamo che sono gli stranieri a studiarlo molto più di noi.
E' quello a cui mi riferivo quando ho postato "Italia": se abbiamo tutto questo materiale ma non sappiamo usarlo, siamo già morti (come Paese intendo). Appunto, se non sapremo usarlo: ma fortunatamente siamo ancora in tempo a farlo. Io ho scelto, personalmente, la via dello studio, ma anche soltanto leggere, da soli, uno dei romanzi o una raccolta di poesie di uno dei nostri autori è qualcosa. Una lettura del genere non è mai inutile: serve a formare la letteratura.
Cos'è la letteratura? E' l'insieme dei testi che, con il passare dei secoli, sono rimasti vivi nella memoria collettiva. Se smettiamo di leggere Dante, Leopardi o Montale per leggere soltanto Federico Moccia o Licia Troisi (ottima autrice tra l'altro, che io consiglio), butteremo nel dimenticatoio secoli di pensiero. Così successe nel Medioevo: per leggere i testi di Sant'Agostino o San tommaso (che comunque sono importanti) si perse gran parte della letteratura greca e latina. E adesso rimpiangiamo la nostra stupidità, senza accorgerci che stiamo ripetendo lo stesso errore!
Il passato è importante. Certo, non bisogna commettere l'errore di esagerare: a me, ripeto, Licia Troisi piace (certo, Federico Moccia un po' meno, ma de gustibus...), e le novità vanno lette, ma per esempio leggere I Vicerè di De Roberto, o Canne al vento di Grazia Deledda, o La Storia di Elsa Morante fa bene a noi e al nostro futuro. A proposito di passato e di tradizioni, ho per voi una bella poesia che parla della nostra festa patronale, quella della Madonna della Bruna.

UN RICORDO

Ricordo, un giorno, mio padre che mi tiene per mano
e la gente, tanta gente che aspetta ridendo
poi vengo sollevato e il mondo cambia:
mille pennacchi e cavalli mi sfilano davanti
e mille volti sorridenti s’affacciano
e ricordo lo stupore e l’intimo raccoglimento
all’apparire, in fondo alla curva, del Carro.
Guardavo allora la statua sorridere senza tempo,
ed il tempo fermarsi con il sorriso; e la folla,
quasi in silenzio, che rispettava quella donna gentile
che lentamente avanzava e mostrava la strada.
Sembrerà strano, ma ancora oggi, dopo anni,
in quel giorno cerco il suo volto gentile
e la speranza, cara amica che non mi abbandona
si fa ancora sentire, e anch’io con Lei sorrido.

Lunedì 20/06/2005

Alla prossima
Grillo Sognatore

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