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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: Delirio allo stato puro / 24-11-2007

PICCOLO MIRACOLO

È bianco, piccolo, soffice
il fiore che s’é aperto stanotte
sembra un miraggio nel deserto: mentre
fuori tutto ghiaccia, qui dentro
stanotte un fiore s’è aperto alla vita.
Strano come i miracoli possano accadere
quando non te l’aspettavi.
   
Martedì 8/02/05

Una vecchia poesiola che ho tirato fuori dal cassetto apposta per voi, cari amici miei; una cosetta scritta in un momento di grande commozione, e commentata in un altro momento di commozione.
Stasera ascoltavo, tanto per cambiare, Allevi (Back to life, per la precisione), e mi è venuta in mente questa poesia qui.
Avevo un vaso di fiori, adesso non ricordo neanche quale, sapete, uno di quelli che danno nelle giornate contro l'AIDS o il cancro (altro vuoto di memoria), e, cosa piuttosto strana, quel vaso di fiori era riuscito ad arrivare all'inverno (se non ridete è perchè non conoscete la capacità che ha mia madre di far morire le piante...). Ora, se voi ricordate, l'inverno 2005 fu parecchio rigido (ci fu anche qualche nevicata, ed io infatti scrissi durante una di quelle Nevica, che ho postato un po' di tempo fa), e noi avevamo il riscaldamento a palla. ebbene, non ci crederete mai: la pianta fiorì, completamente fuori stagione e senza preavviso. ma il bello è che non diede altri fiori: ne uscì soltanto uno, un fiore candido come la neve che si era posata fuori. Un miracolo.
Back to life, ritorno alla vita: stasera mi sento davvero così. dopo un periodo nefasto (meno nero, però, di quello corrispondente dell'anno scorso) la vita sta ricominciando a scorrere nel mio corpo inerte e fannullone. Beh, forse è segno che non sono così da buttare, che c'è una speranza anche per me.
Allevi adesso sta suonando Qui danza, e il sorriso sulle labbra non può non spuntarmi: ma chissà che cacchio ho stasera...
Mi sembra di essere un vaso pieno di tutto, dal dolce all'amaro, dal piccante al delicato eccetera eccetera; tutto, tranne serio o normale. stasera mi ruotano nel petto tante di quelle cose che si mescolano a casaccio e che non riesco a separare in nessun modo... sto qui ed assisto al mio rincretinimento, faccio la telecronaca della mia scemenza. non vi sembra un po' folle? certo che lo è. ma stasera mi sembra che tutto sia una pazzia, tutto quello che penso dico o faccio. che stia impazzendo davvero? può essere, chi lo sa! Mi viene in mente qualcosa che lessi sulla mia antologia di letteratura, di Pietro Verri se non ricordo male (ma sono così confuso e commosso che non so più niente): lui parlava dei mali indefiniti o non mi ricordo come li chiamava, di "furori astratti" che prendevano l'anima e la sballottavano qua e là senza una direzione precisa. Ecco, è più o meno quello che sento adesso. e non riesco a smettere: più tento di mettere ordine in questo caos e più tutto mi sfugge di mano, diventa inafferrabile, evanescente, mi scivola tra le mani. e io non so più se ridere o piangere. e Allevi continua a suonare... e in queste note si consuma un po' di ansia, scorre via il pensiero lasciato pascolare libero. un po' di tregua, un brivido che attraversa la schiena e che mi scarica. Non che mi riposi, o che cessi il mio martirio: solo, per un momento mi sono sentito esausto, privo di forze. ma è durato solo un istante, e subito tutto mi riafferra, mi trascina a sè. Mi ricordo una volta che corsi lungo laspiaggia guardando il cielo: per lo sforzo caddi a terra e rotolai, poco, ma per lunghi attimi cielo e mare si confusero e furono
un solo azzurro, con sprazzi di oro e mille colori, la sabbia e gli ombrelloni.finii di cadere supino, con la faccia al cielo, senza fiato; e vidi un gabbiano lì sopra che volava, anzi planava libero. Credo che sia stato quello il momento in cui ho desiderato di scrivere davvero, di scrivere non solo per fare l'intellettuale o la persona che capisce, ma per essere libero di dire la verità, come il gabbiano che vola sul mare. scemo eh? che razza di associazione mentale... ma il mio cervello è così, faccio collegamenti tra cose lontane... e spesso ci azzecco pure. ma di solito è culo: lo sapete che tante volte, rileggendo quello che
ho scritto, mi chiedo come ci sia riuscito? Una volta mi vennero le lacrime agli occhi per l'incredulità... proprio come adesso ho le lacrime agli occhi, ma senza sapere perchè. Sono felice, certo; ma sono anche confuso. che cos'è questa commozione?
Forse non avrei dovuto mettere la musica di Allevi... forse, certo; ma non credo che a colpa sia sua. si può dare la colpa ad un uccellino perchè canta la mattina (e qua mi viene in mente Mary Poppins, ma vabbè...)? Cos'è questo canto che ci viene da dentro? la musica, questa deve essere la risposta. tutti noi abbiamo una musica che ci preme il cuore, e che prima o poi esce fuori; è spontanea quanto il respiro, è interna a noi come le nostre proteine, è naturale com'è naturale che vediamo non perchè siamo noi a voler vedere, ma perchè la luce riflessa dalle cose colpisce la nostra retina. è un canto, una melodia che portiamo con noi dalla mattina alla sera e che cerchiamo sempre di canticchiare ma che non possiamo afferrare compiutamente. la riconosciamo, in maniera parziale e mai soddisfacente, nelle canzoni e nelle musiche "esterne", e che per questo ci piacciono; ma non riusciamo mai ad afferrarla davvero, come non riusciamo a sentire la nostra vera voce. non la capiamo perchè è impossibile per noi uscire completamente da noi stessi. e tuttavia la percepiamo, sappiamo che c'è, e quando riusciamo a farci guidare da essa, quando agiamo secondo il suo ritmo (che è il nostro molto di più di quando noi diciamo di fare le cose "a modo nostro"), allora siamo davvero appagati, felici.
Ora io sto seguendo la mia musica, il canto del mio esistere; e sono felice anche se non so dove mi sta portando, che cosa potrà significare o di che genere sia. questo non lo so. ma so che è bellissima. e che continuerò ad ascoltarla.

Alla prossima
Grillo Sognatore

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