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domenica 15 gennaio 2012

Repost: A Cristo / 19-07-2008

Subito prima dell'epilogo della raccolta, c'è una poesia speciale, dedicata a qualcuno a cui di solito si rivolgono preghiere e lodi. e questa, in un certo senso, è entrambe le cose: è una riflessione sulla fede scaturita dalla mia permanenza nel movimento di Comunione e Liberazione. esperienza che, credo, sta purtroppo per volgere al termine, ma che ha lasciato un segno nella mia vita indelebile, e del quale sono assolutamente fiero.se non avessi conosciuto Don Giussani (non direttamente, purtroppo), credo che sarei rimasto lo stesso deficiente che ero a tredici anni, quando le uniche cose che riuscivo a fare erano compiangermi e odiare gli altri.
La "fratellanza" di GS ha significato per me l'apertura alla fiducia, alla speranza, in una parola alla fede (che è proprio le due cose messe insieme, più qualcos'altro) nella vita e nell'uomo. per quella in Cristo e in Dio, beh credo che ci sarà da faticare di più; ma non ho intenzione di arrendermi così facilmente. diciamo che per ora io e la Trinità ci fronteggiamo, avanziamo circospetti l'uno verso l'altro come due pistoleri in attesa del momento buono per sparare; solo che al posto delle pistole Lui ha miracoli e sorprese, io ho una penna e una conchiglia. e chissà se un giorno finiremo per abbracciarci. se per il momento ho messo la parola "fine" sulla mia appartenenza a CL, è stato perchè sentivo l'ansia di cambiare, di rinnovarmi, di sperimentare. e anche il mio rapporto con Dio non poteva più fondarsi sulle vecchie basi, su quella che stava diventando una routine, ma doveva anch'esso rivoltarsi come un calzino, ripartire da capo. Mi ha illuminato un pazzaggio della Bibbia che lessi tanto tempo fa sul muro della chiesa di S. Giacomo (non ricordo precisamente, ma dovrebbe essere l'Apocalisse), quando a un certo punto Gesù dice: "Io faccio nuove tutte le cose". questa frase mi è tornata in mente quest'inverno, dopo uno dei miei falliti tentativi di partecipare a scuola di comunità (è inutile, mi tiravo indietro ogni volta con una scusa diversa): Io faccio nuove tutte le cose. e cioè, se quello che mi sta intorno è diventato vecchio, deve cambiare perchè Cristo mi si faccia di nuovo incontro.
Ma forse questo mio discorso sta diventando troppo ampio e rischio di togliervi il gusto di leggere la poesia; perciò eccovela qua.

A Cristo

Cristo, mistero immenso
per me del ventunesimo secolo,
dimmi: credevi davvero
nell’amore? T’illudevi? Forse soltanto
avevi fiducia, ciò che noi non abbiamo
per noi stessi nemmeno; forse al cuore
domandavi, che oltre le fredde cose
guarda, che alla mano di qualcuno
non è ostile ma cerca carezze; alla speranza,
la piccola lieve scintilla che rimane
chiedevi aiuto, alle lacrime umane
donavi fragile aiuto sincero; o pazzo
ti chiudevi in dolci illusioni di croci e flagelli
e nella morte ti beavi contento.

Sabato 17 dicembre 2005

Alla prossima
Grillo Sognatore

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