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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: A P. / 14-12-2007

Cos'è P.? Non chi, ma che cosa è P.? Negli ultimi tempi, per me è diventato come una specie di animale mitologico: non uno di quelli fatti da pezzi di altri animali, ma proprio una specie di semidio, una figura che sta al di sopra degli umani destini. Sarà che effettivamente ha molto di sovrumano, nel modo in cui riesce a gestire i rapporti e il suo tempo (cosa che per me è pressochè inconcepibile) e nel modo con cui affronta la vita. oltre, naturalmente, al modo in cui riesce a farmi ridere; come ci riesce lui, ci riescono solo pochissime altre persone. E' per questo, ed anche perchè è lontano (in Francia, sapete? non è proprio dietro l'angolo; prima invece si, stava proprio dietro l'angolo di casa mia... uahahaha che battutaccia), ultimamente l'ho un po' "mitizzato", l'ho reso una specie di personaggio, una specie di mio alter-ego che faceva strane cose, tra cui avere avventure con bellissime donne francesi ricchissime che abitano in un attico di un vecchio palazzo di Parigi. non chiedetemi come riesca a fare queste fantasie, non lo so e non lo voglio sapere; dovrei andare in psicanalisi e forse scoprirei cose brutte riguardo al mio subconscio. Perciò, accettate la cosa com'è e basta.
Dicevo, c'è quindi questo P. che ha questo genere di avventure, e ho scritto una cosettina curiosa proprio oggi, spinto da una strana curiosità ed affinità con il genere surreale. Forse i miei abituali estimatori non ci troveranno molto del "classico" Cosimo, ma io sono fatto così, mi piace cambiare!

Une histoire d'amour

Lei si alzò, si levò dal letto una mattina cantando,
lasciando me tra le coperte sbuffanti di sonno;
e cantava di mille cose che quel giorno
proprio non le andava di vedere.
"Le file agli sportelli, quella strega di Titina,
il bicchiere sempre vuoto del poverello davanti casa;
i fiori viola, che portano sfortuna, le pozze d'acqua
che mi bagnano le scarpe a sorpresa". Ragazzi, a vederla!
Sbocciavano i prati al suo passaggio, tremava
l'aria gentile sempre come a primavera. Ed io
che intontito non capivo che faceva!
Lei si vestì veloce in un baleno, e scendendo
le scale quattro a quattro cantava a squarciagola.
"Ma chèrie" le gridai dal balcone, mentre allegra
saltellando chiamava un taxi, "è forse pazzo oggi il mondo?"
"Pazzi siamo noi" mi rispose sparendo nel finestrino,
"a non vedere che il mondo è da sempre così".

Venerdì 14/12/2007

Tra l'altro, questa è la prima poesia "nuova" che vi sottopongo, mentre le altre sono tutte vecchie, scritte un paio di anni fa. Motivo in più per dirmi se sono migliorato o peggiorato! Le vostre critiche mi fanno sempre piacere, perciò ditemele senza indugi.

Alla prossima
Grillo Sognatore

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