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domenica 15 gennaio 2012

Repost: Dovrei essere semiologo / 5-03-2010

Forse non mi farebbe male studiare un po' di semiotica. Dovrei essere più consapevole di quello di cui tratto - la letteratura, la comunicazione, quella sorta di "telepatia indiretta" che cerco di creare tra me e il lettore - e conoscere i limiti della mia volontà, della convenzionalità della comunicazione, eccetera.
Dovrei, perchè non è oro tutto ciò che luccica. Questa mia smania di stabilire un ponte tra quello che c'è e quello che non c'è (frase, questa, che analizzata fa un po' ridere, vero? è la solita semplificazione di chi vuole avere certezze e non sa come crearsele), tra l'interno della mia psiche e l'esterno, il mondo (anche questo, un concetto che ha ben poco che lo faccia stare in piedi!), questa smania, poi gira che ti rigira non ha terra sotto i piedi. Se "camminiamo in una foresta di simboli" (C. Baudelaire), e se attraverso questi comunichiamo (o c'illudiamo di farlo), com'è possibile che qualcosa arrivi all'altro (comunque sia inteso questo "soggetto")?
La speranza la dà, forse, non la c.d. "realtà", ma se mai la poesia. Una risposta, in apparenza, che più fasulla non si può: gli esperti la chiamerebbero una tautologia. Come a dire: per uscire dalla spirale dei simboli bisogna usarne altri. MA (e questo è il punto debole del ragionamento, cioè quello che fa si che non ci sia corrispondenza esatta tra i due termini) si può sempre sperare che qualcosa vada storto. L'imprevisto salva: non mi stancherò mai di benedire questa frase e il gran cervello che l'ha partorita (adesso non ricordo se L. Giussani o altri, comunque non importa). C'è una speranza, debole quanto si vuole, ma c'è, che qualcuno, cercando un simbolo, si imbatta all'improvviso in una cosa vera:

[...] il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.

(E. Montale, I limoni)

E quindi ecco spiegato quel condizionale: dovrei studiare semiotica. dovrei ma non lo faccio. perchè non voglio spiegare i simboli, ne voglio trovare altri, sperando appunto di beccarne uno che sia falso, e perciò - mistero dell'esistenza - assurdamente più vero di tutti gli altri.
Oh poi, amici, voi lo sapete bene, magari ho sparlato un'altra volta sul nulla puro, ho perso ben mezza giornata a fare una speculazione che fa ridere i logici, però se stessi a controllare ogni variabile di quello che dico, starei fresco! meglio procedere così, per approssimazioni, fiutando le tracce di verità che di volta in volta mi passano sotto il naso.

Alla prossima
Grillo Sognatore

P.S: con questo discorso non voglio negare nulla ai semiologi e affini. Studiano una cosa così interessante che è l'oggetto dei miei desideri, quindi denigrarli significherebbe proprio sputare nel piatto dove mangio! ahahah diciamo che è una divagazione sul tema. tra l'altro, una di queste volte vorrei fare un piccolo excursus su questo concetto cercando di fare una mini-lezione non molto pesante, magari in forma di dialogo o di apologo. Ma per le prossime volte tornerò a postarvi un po' di poesie, come ai vecchi tempi.

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