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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: Cominciamo bene! / 25-09-2007

L’Italia che vorrei
Ovvero
Il gioco dei desideri
   

L’Italia che vorrei non sprecherebbe soldi in voli aerei di rappresentanza.
L’Italia che vorrei non difenderebbe cialtroni che la sfruttano dicendo che “ci si può convivere”.
L’Italia che vorrei metterebbe fuori legge ogni tipo di condono.
L’Italia che vorrei non evaderebbe le tasse.
L’Italia che vorrei potrebbe scegliere davvero chi votare e non “chi al posto di chi”.
L’Italia che vorrei non avrebbe bisogno di mandare affanculo i politici, perché persone del genere sarebbero in galera e non in Parlamento.
L’Italia che vorrei non metterebbe il bavaglio alla stampa.
L’Italia che vorrei non taglierebbe la lingua alla satira.
L’Italia che vorrei non tarperebbe le ali ai ricercatori.
L’Italia che vorrei non proporrebbe Mike Bongiorno come senatore a vita, ma Dario Fo.
L’Italia che vorrei non finanzierebbe i partiti di nessun’area.
L’Italia che vorrei metterebbe al bando la destra e la sinistra estreme, dicendo che sia Mussolini che Stalin furono due perversi e immaturi dittatori.
L’Italia che vorrei incarcererebbe chiunque inneggia alla distruzione di un altro paese, etnia o parte politica o religiosa.
Nell’Italia che vorrei nessuno penserebbe che le due frasi precedenti sono in contraddizione, perché un conto è dissociarsi e un conto è voler distruggere.
Nell’Italia che vorrei nessuno voterebbe un politico perché è “più bello” dell’avversario.
Nell’Italia che vorrei un processo per corruzione (ma anche uno qualsiasi) non andrebbe in prescrizione.
Nell’Italia che vorrei non si cambierebbero le leggi per fermare un processo in corso.
Nell’Italia che vorrei la televisione di Stato sarebbe libera dal gioco politico.
Nell’Italia che vorrei non esisterebbero tre gradi per un processo, che come per magia, tra rinvii e trucchetti, si moltiplicano all’infinito.
   
Nell’Italia che vorrei nessuno dovrebbe essere mai costretto a scrivere queste cose.

Grillo Sognatore

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