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lunedì 30 gennaio 2012

Repost: Bugiardo... e diffidente. (2° tempo) / 14/02/2011

Riprendiamo il discorso da dove l'avevo cominciato però, perchè mi interessava.
Sono un bugiardo, quindi sono anche uno scettico: è naturale, se ci pensate.
Dovrei mettermi a credere ad un libro in cui c'è scritto che un Essere infinitamente buono e potente governa il mondo e nello stesso tempo concedere le guerre, le malattie, i tradimenti, gli omicidi, i furti, eccetera? Ma per piacere.

Io lo vedo, il bene; ce n'è, e anche parecchio. Forse anche di più del male, altrimenti non si spiegherebbe il progresso e non saremmo più qui già da tempo. Posso accettare che il male in questo periodo storico sia superiore al bene, ma non sono pessimista, so che sto facendo del mio meglio per far migliorare il mondo.

Non è la quantità di male che mi interessa, ma la sua esistenza tout court: per questo non posso accettare che Dio sia contemporaneamente sia buono che onnipotente. Io sono personalmente convinto che la verità stia nel mezzo, ma anche che noi non possiamo conoscerla, a mano che...

A meno che, certo, Gesù il Nazareno non avesse ragione, non fosse l'incarnazione di Dio, con tutto quello che ne consegue. Ma quali prove abbiamo come fondamento alla sua testimonianza? Poche davvero, dei resoconti stilati dai suoi seguaci che in alcuni casi hanno esagerato poderosamente fino a fargli assumere le sembianze di una fiaba.

Io comunque resto convinto che quella di Gesù fosse una storia vera. Faccio un atto di fede, un piccolo salto, ma per il resto non sono convinto di niente. Non mi convincono i ragionamenti dei teologi, né quelli degli uomini di chiesa, né quelli delle altre persone di fede. La fides (fiducia) si stipula tra due persone. Ci sono io e c'è Dio: abbiamo fatto un patto. Io ho deciso di credere, punto e basta.

Ma, essendo bugiardo, continuo a vedere bugie ovunque, e a volte il mio patto di fede viene meno, così come periodicamente sospendo la mia fiducia nei confronti di tutti e la critico fino in fondo, per scoprire quanto c'è di onesto e vero nel rapporto, e decidere se mantenerla o no. Una specie di rinnovo del contratto.

Certe volte me ne rendo conto, e non mi piace. Fiducia significa che una volta stipulato il patto, finché uno dei due non lo rompe non si discute: ma non riesco a farci niente. Prima, riuscivo a fidarmi senza problemi: da un po' di tempo ho messo il filo spinato intorno alla mia vita. È come se ci fosse qualcosa, dentro, che devo proteggere ad ogni costo.

Ma a parte questo, penso anche che sia insito nella natura dello scrittore l'essere insieme bugiardo e diffidente, inventore e smascheratore di menzogne, ladro e spia: il suo obiettivo è raccontare la verità travestendola della bugia più stupenda, e nello stesso tempo far pensare al lettore che tutte le cose scritte dagli altri sono solo fesserie.

Ragazzi, come godo a fare questi paragoni. Mi sento un po' Nietzsche (ma meno pazzo. O forse no).

À bientôt!
Grillo Sognatore

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