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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: Un altro intervento-fiume... e che ci volete fare se sono cialliddero? / 23-01-2007

Ancora una volta buonanotte, miei cari amici.
Non so quando leggerete questo mio intervento, ma vorrei che vi immedesimaste nella mia visione "notturna", e che leggeste queste righe immaginando o immergendovi nel buio e nel silenzio.
 Perchè c'è un buio buono, e lasciate perdere le questioni teologiche sul significato di quest'affermazione; c'è un buio buono, il buio degli amanti che spengono la luce per assaporarsi meglio con gli altri sensi, i buio della sera che lascia trasparire la lieve luce delle stelle, invisibile di giorno, il buio della stanzetta prima di dormire, quello di quando
vostra madre, dopo aver spento la luce credendo che voi dormiate, vi stampa il suo bacione quotidiano sulla fronte, che voi vi gustate in silenzio, accoccolandovi nelle coperte.
 Bene, avete spento tutte le luci, abbassato tutte le tapparelle (Giulio non ridere), messo gli occhiali da sole? beh toglieteveli, altrimenti non leggete quello che c'è sullo schermo, scemotti miei cari. Metà del lavoro è fatto, adesso ci vuole il silenzio.
 Il silenzio è strettamente legato al buio: vi è mai capitato di avere un po' di silenzio durante il giorno? beh si, ogni tanto capita, e quelli sono momenti da conservare gelosamente; più frequentemente, però, vi capita di notte, quando la maggior parte delle creature dorme e la televisione, nella migliore delle ipotesi, vi offre un documentario sulla II guerra mondiale o Gigi Marzullo; naturalmente sceglierete la seconda ipotesi, togliendo però l'audio, il che rende la tivvù in questo contesto indifferente.
Avete di fronte una coppia di individui che blaterano per riempire il palinsesto della RAI (se
invece avete scelto la terza opzione, l'opzione "telecapri", non blaterano ma la questione audio è la stessa...), e di fronte a voi vedete, come in una pellicola svolta, i momenti salienti della giornata appena trascorsa, dal risveglio alla scuola, con le innumerevoli scemate fatte coi compagni e le altrettanto innumerevoli scemate dette ai professori (o pensate su di loro... e qui Giulio puoi ridere), al pranzo all'inevitabile studio (o pseudo-tale) pomeridiano, e all'uscita con gli amici, o alla "serata alternativa" con parenti o amici in casa, a vedersi un film o a giocare o parlottare con i cugini; rivedete mezzi stonati la vostra giornata e, piano piano, vi accorgete del silenzio che si crea intorno a voi.
non è un vuoto il silenzio, è qualcosa in più della semplice mancanza di suoni: lo sentite addensarsi, come una misteriosa nebbia incolore, tutto intorno a voi, lo sentite serpeggiare tra le cose, insinuarsi tra i piedi del letto, risalire le soperte e infiltrarsi nelle orecchie, lo vedete depositarsi sugli oggetti patinandoli di un velo invisibile, che sospende e rivela l'essenza di tutte le cose.
Nel silenzio si è più vicini alla verità, perchè la parte più vera di noi stessi, quella vocina che sempre parla ma che di giorno è soffocata dai milioni di suoni che ci attorniano, risale dal fondo dell'Io per esprimere lucidamente il suo punto di vista sulle cose, e raramente sbaglia, soprattutto se siamo sinceri fino in fondo e accettiamo quello che ha da dirci.
è la parte vera di noi perchè è la parte che esprime i nostri bisogni e le nostre mancanze e che secondo queste giudica le cose.
Fatto? ci siete? avete ottenuto il buio e il silenzio?
Bene, siete pronti per leggere una poesia molto malinconica, crepuscolare, notturna, insomma una da far scendere il latte alle ginocchia, scritta in un momento di "sospensione", di incertezza, e che vi voglio riproporre perchè, pur non essendo un capolavoro, è però carina proprio per le atmosfere che evoca. a me non comunica più le stesse cose che provavo quando l'ho scritta (cioè insicurezza, senso di vuoto, etc etc...), però rileggendola è come far fare un volo alla fantasia: provate ad immaginare di guardare dala finestra e di cominciare a vedere
la pioggia, prima lenta, poi sempre più forte...

 TEMPO DI PIOGGIA

 Nel cielo
già si addensano nuvole scure
forse fra poco pioverà
la pioggia inonderà i miei pensieri
e sarò come un prato in attesa
di essere lavato.
Una ad una, all’inizio, poi
dalla finestra vedo solo
file ininterrotte di gocce
che cadono e cadono senza fine
sui vetri di tutta la città.
Nei pensieri il vuoto, negli occhi
voglia di piangere
i sensi si accecano, è l’estasi
non sento più nessun dolore.
Ma già dopo poco le nuvole se ne vanno
porteranno il loro canto, malinconico
e sussurrato, altrove
e il sole splenderà per asciugare
quest’aria umida, ma già
all’orizzonte appaiono
altre nuvole e altra pioggia;
è un equilibrio precario
che si spezza e si ricompone in ogni attimo
prego solo di trovare stabilità
spero di non dover sempre
camminare in bilico, sospeso, ottuso
vorrei soltanto toccare terra con i piedi.

Per una volta mi sono divertito a fare il "manager di me stesso", invece di psicanalizzare e smitizzare le poesie come faccio di solito con quelle che non mi piacciono o non mi emozionano particolarmente: ho messo da parte l'autocritica per mostrare quello che di buono ha questo componimento, e sono soddisfatto: era da un po' che non lo facevo.
Comunque, a parte la parentesi poetica, volevo salutare una grandissima persona, e dico "grandissima" ricordandomi una parte del discorso che don Giorgio tenne ad un Triduo di qualche anno fa, quando parlava della differenza tra le persone che "crescono" e quelle che si "estendono", cioè tra quelle che si innalzano e quelle che invece si appiattiscono. Giulio Pelaggi è uno che "cresce" in altezza e non in larghezza (intendo sempre quella spirituale, sporcelloni...), non come me che anche in argomenti seri come questi devo rimediare la battuta sporca basata sulle dimensioni del pene.
 Giulio è un grande non perchè mi ha adulato ripetutamente (se così fosse lo definirei un "bravo wagnone"), ma perchè sulle cose che dice e fa ci pensa.
non come me che sparo cazzate senza controllare chi c'è dall'altra parte dello schermo ("we
trimonazzo" "sono la sorella" "ops scusa"/"we coglionazzo" "we c'è mio padre" "... scusa, buonasera sig.pelaggi!". E questi sono solo due dei mille esempi...).
A proposito, volevo ripetere che fra poco dedicherò una sezione apposta alle "Cazzate della Plasmati & co.", nella quale ci sarà spazio per i vostri contributi naturalmente!!!

 E (se avrò tempo) pubblicherò qualche mio raccontino... (hihihi... tanto non me li caca nessuno... almeno me li pubblico da solo!!!).

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