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domenica 15 gennaio 2012

Repost: ... [sempre senza idee, ma un po' più sereno] ... / 4-02-2008

Hola! Essendo senz'altre idee, continuo a pubblicare il Cazzeggiatore: naturalmente dopo il prologo segue il I canto, che ho diviso per la sua eccessiva lunghezza.
Per quanto riguarda la struttura, forse è ora di darne una sommaria descrizione. Ogni canto è diviso in "stanze", cioè strofe, di otto versi ciascuna, per imitare l'Ariosto, anche se non hanno nessun tipo di metrica al loro interno, (beh, neanche all'esterno ad essere sinceri...)
In cosa consiste la storia non ve lo dico, primo perchè non lo so bene neanch'io (non ho ancora finito di scriverla), poi perchè, essendo la trama fragile come un Oro saiwa, non vorrei che perdeste il gusto di leggere quest'opera. un po' come la Divina Commedia, che tutti sanno di cosa tratta e nessuno la legge.
Ecco quindi queste prime stanze del mio poema.

Canto I
Stanze I - V
   
Era l'aria serena d'aprile, e lo zeffiro
gentile m'accarezzava il volto, ed io
inquieto alquanto seguivo il dito
della guida mia, che m'indicava
sportosi dal finestrino le mille e mille
meraviglie de' mondi sconosciuti
che traversavamo, s'una Peugeot
centosei semiandante a scoppietti.
   
"Guata, mio seguace" dicev'egli, "le cime
tempestose dell'antica vetta Tymarj,
della quale si narra che abbia sede
villa lussuosa assai, e sede di viziosi
che banchettano il venticinque d'agosto,
ogn'anno per celebrar di quel lor deo
l'idolatra provvidenza, e porger doni proibiti.
Tal è lor lussuria, che 'l baccano arriva
   
al cielo e ritorna in eco. Giacchè, se non sai,
vitrea è la volta celeste, e quel celeste
dipinto fu da' mastri migliori della mia terra
Hulgiord dalle fiamme quadricolori. Ed or
nota fin dove t'ho condotto, e pensa solo
all'incredibili distanze che copriremo".
"Veramente" osai interromperl'io, "finita
è di già la benzina, e sanz'essa dubito
   
che potremo scavalcare le cortine del mondo,
e tantomeno produrre incredibili gesta!"
"Tu non conosci il mio potere" rispos'egli,
e guardommi con occhi di cristallo, si che parea
il sol ivi infuso come camomilla in acqua calda.
"Parti dunque, ronzinante!" gridò, e di scatto
il morto motor s'animò, e giraron le ruote
col serbatoio vuoto. Miracolo! I' stavo, lettor,
   
non potete pensarlo, nè vivo nè morto,
ma piuttosto sentivo un leggero languorino,
e fregavomene dell'auto senza petrolio.
Girava senza spender nulla, e allora perchè
occuparsi de' pericol che apparivano lontani,
come oggetti dietro un fondo di bottiglia?
Ma facetti i conti sanz'oste; e per poco
non cacammi ne' braghe, per ciò ch'apparve.

Alla prossima
Grillo Sognatore

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