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lunedì 9 gennaio 2012

Repost: ESTATE... era ora! / 13-08-2007

Oh... finalmente un po' di pace. me la meritavo proprio!
chiudo il bilancino di quest'anno passato a Bologna parzialmente in positivo: ho nuove amicizie, perlomeno non ho perso nessuna delle vecchie, ho fatto un po' di esami e sono andati discretamente, mi sono fatto un po' di mare.
per fortuna non posso dire che mi manchi qualcosa, di materiale almeno. il fatto è la solita questione che a Bologna non trovo il mio posto. si, sto lì, non è male, ho una casetta tranquilla, ho anche gli amici, esco, mangio, dormo, studio, etc etc etc...
però non è la stessa cosa.
è come se con Bologna non condividessi qualcosa di fondamentale, che invece qui c'è.
prima o poi lo capirò; per il momento non ci sono ancora riuscito.
comunque mi ci sto abituando, e perlomeno non ho più "paura" di tornarci; è un primo progresso.
sarà per questo che ho smesso di farmi le paranoie sul ritorno e mi gusto di più le vacanze, non come ho fatto a Natale: intanto vi sparo 'sta bella poesia, perchè mi sento proprio appagato.

PICCOLO EROE

Cresce, solitario ma non solo,
tra le crepe della città, il cardo.
Ha un aspetto strano, timido
e selvatico, nasconde un cuore soffice;
come compagna ha la malva lussuriosa,
e le piccole margherite.
Sembra quasi buffo, mentre
con le sue spine difende il bello
che ha dentro; lotta contro il vento e
lo vince, e rimane dritto, aspettando
la prossima sfida.
Non è bello. Ha un fascino
particolare, e piace solo a chi lo vuole guardare:
scoraggia i passanti, non come le splendide
rose, o i tulipani allegri, ma a chi lo osserva
regala un po’ di coraggio, ed intima
riverenza, ed io curioso e intimorito
quando lo vedo mi inchino
davanti a questo piccolo eroe sperduto
ma non, per questo, meno degno di nome.

Inutile dire che questa poesia mi riporta indietro ad un'altra epoca, quella della Compagnia Wallace... ogni mattina, andando a scuola, passavo per la nuova chiesa della S.ta Famiglia, e intrno al marciapiedi cresceva un mucchietto di cardi. giorno dopo giorno, non potei fare a meno di associarlo alla mia esperienza e divenne per me un simbolo.
continua a piacermi, questo fiore per nulla attraente; mi ricorda tanto tutte le persone che, come me, lottano contro la loro epoca che non riesce ad ascoltarle.
Fuori adesso fa un gran caldo, che si trasmette qua dentro filtrando tra gli stipiti, tra le fessure delle porte, invadendo ogni crepa del reale; dà un gran senso di pace, davvero.
D'annunzio era molto bravo nel descrivere queste situazioni; una volta disse qualcosa come "E tutto è in me, ed io in tutto. Sono ovunque e sono nulla. Sono Vita e sono Morte". Un po' azzardato forse, però efficace.
e con ciò vi lascio.

Cosimo "Grillo S." Plasmati

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