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domenica 15 gennaio 2012

Repost: Brano in prosa 1 / 19-05-2009

Si tratta di un lungo brano descrittivo di ambiente con annessa una strana scena di arredamento "in progress", non meglio precisabile, dati i riferimenti inesistenti. Ve lo presento nudo e crudo com'è.

[...] un salotto, piuttosto stretto, arredato con quel gusto medio-borghese che sta su tutto, dalla reggia sfarzosa al più umile tugurio.
Una casa da niente, insomma. La gioia di ogni pensionata vedova con tre o quattro nipotini che la vengono a trovare ogni tanto, per spillarle qualche soldino o per vedere rammendati i loro calzini perchè la mamma non può, lavora.
E infatti, puntualmente, ecco dopo l'inevitabile corridoio, la camera da letto con altrettanto inevitabile quadro di soggetto religioso sopra la testiera del letto. Un'impassibile Madonna da santino fissava un bambolotto di cera dagli occhi fissi, e questo avrebbe dovuto dare l'impressione che i due fossero madre e figlio. Ma per piacere.
Mauro si concesse un piccolo pensiero a Caravaggio, alle sue Madonne fatte da prostitute, ai San Pietro fatti da muratori, e pensò che davvero chi aveva scelto di fare un quadro del genere non poteva considerarsi Cristiano. Come pure neanche lui, pensò ridacchiando, da parecchio tempo.
Ma non era tempo di perdersi in discussioni metafisiche che aveva fatto e rifatto con se stesso fino alla nausea. "avessi almeno un interlocutore che controbattesse, sarebbe più divertente. non c'è gusto a giocare a scacchi da solo".
Cominciò col togliere subito il quadro dalla parete, e presa una matita dalla tasca scrisse sul muro "Cèzanne". Poi si diresse verso un'altra parete, si fermò, fece un passo indietro, aprì la finestra e ci dette un'altra occhiata, e scrisse "Van Gogh". Ripetè l'operazione lungo il corridoio, scrivendo "Michelangelo" o "Rossetti" qua e là. Arrivato in fondo, rifece il percorso all'indietro tracciando una lunga linea sul muro all'altezza dei gomiti, sulla quale scrisse poi "Pompei".
Prese dalla valigia un martello e, tornato in cucina, fracassò le piastrelle riducendole ad un ammasso di frammenti, nei quali ancora si intravedevano petali, steli e svolazzi. Ripetè la stessa operazione nel bagno, ma questa volta con estro: ruppe le piastrelle una si e una no, in modo da avere, alla fine, una strana scacchiera grigio-celeste sul muro; quando ebbe ammirato la sua opera, ruppe anche le piastrelle
restanti. Nel frattempo aveva acceso il walkman, con la cassetta dei Queen dentro, e cantava a squarciagola "Here we are... princes of the Universe...". Quando la batteria attaccò e la voce di Freddie Mercury diede un acuto spaventoso, una pioggia di martellate si abbattè sulle superstiti e anche su un bel po' di intonaco.
Quando la cassetta fu finita e Mauro fu passato anche dal ripostiglio e dal balcone, in tutta la casa regnava un caos indescrivibile: ma lui aveva il sorriso sulle labbra. Respirò a fondo e pensò che questo disordine era come un utero materno appena prima del parto: di lì a poco sarebbero nati un ordine e una bellezza che avrebbero fatto sfigurare la mediocrità precedente.
Tolse la cassetta dei Queen, la girò e schiacciò play, dopodichè prese scopa e paletta e canticchiando I want to break free ripulì tutto il casino.

Andare al bagno nella nuova casa fu un'operazione a lungo preparata e richiese la massima attenzione: per Mauro, quello era il vero "battesimo". Dopo tre giorni, quando ebbe finito di metterci le piastrelle nuove e l'abbe ritinteggiato, comprò il nuovo water e, scardinato il vecchio, lo installò con una breve ma intensa cerimonia. sigillò il bordo con il silicone e si preparò, nelle tre ore che sarebbero servite per farlo asciugare, a sedercisi degnamente.
Come prima cosa andò a qualche chilometro di distanza, in un vecchio cantiere abbandonato, e gettò il vecchio dalla considerevole altezza di una decina di metri, ridendo a crepapelle nel guardarlo sfracellarsi. Poi, prima di tornare a casa, passò dal ristorante cinese [...]

Alla prossima
Grillo Sognatore

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