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domenica 15 gennaio 2012

Repost: Il Cazzeggiatore Canto II / 9-11-2008

Carissimi!
Rieccomi con la mia creatura speciale, il mio poema epico che farà la fortuna mia e dei miei avi, Il Cazzeggiatore! Riprendo esattamente da dove avevo lasciato.

Canto II
Stanze XXVII - XXX

De' saper, caro amico mio>> iniziò il Prence,
<<Eh no! non di nuovo! Mo basta! C'ho fame!>>
proruppi io. Ed era vero! La panza mia, lettor,
era spalancata, come Scilla e Cariddi, al passar
della prua de' Greci, con Odisseo al comando.
Questo per dare le proporzioni. Ruggiti e tramoti
di tremende proporzioni scuotevan l'intestino,
e mi parea di cascar in antri oscure ad ogni passo.

<<e me lo potevi dir prima!>> diss'egli. <<ho qua
tutto: l'iradiddio, la mitra di san gennaro, la cornucopia
dell'abbondanza mitologica, il cilindro del Mago Zurlì,
il gonnellino di Eta Beta, la grotta dei quaranta ladroni!
Il pozzo di San Patrizio, il ballo di San Vito, la vestaglia
di San Gimignano, la gonna di Santa Caterina e perfino
il cappello di Re Mida!>> e parlando - lettor, che vidi! -
aperse una tasca, e n'uscì un panino colmo di wurstels.

Svenni immantinente. Un ceffone mi svegliò, e un odor
di salsizze arrosto, primitivo, pastalsugo e caldarroste
mi fece rizzar, sì come l'arma di Siffredi. Ah che lavoro
feron le mie mascelle! Che canti! Che lacrime di gioia!
E quante, e quali, emissioni genuine di gas! Allegria
a profusione fu, per un quarto d'ora, il tempo bastante
per sbarazzarmi di quelle quattro cosucce imbandite.
Poi diss'al Principe: <<puo' parlar>>, ed ei cominciò.

Il finale del Canto II, che credevo di postare oggi, alla prossima, perchè il riassunto è venuto molto più lungo del dovuto. Ma spero che perdonerete un povero Vate come me, un Vater da strapazzo.

Grillo Sognatore

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