Dunque dunque dunque.
Passati un po' di giorni, sento il dovere di dire anch'io la mia sulle elezioni e il loro risultato.
Chissenestrafotte, mi risponde in coro il web. E vabbuò, non vi costringo mica a leggere: tornate su feisbuc a commentare l'arguta osservazione del vostro amico appena tornato da Amsterdam, l'ultima foto di gattini glitterati della vostra amica/ragazza, l'ultimo fotomontaggio nerd del vostro vicino di casa o il meme che avete postato voi stessi 5 minuti fa. Tanto è quello che faccio anch'io (gattini glitterati a parte), quando non scrivo qui.
Comunque: nel coro delle voci castrate degli Italiani Medi, ci sono anch'io e voglio cantare. Poi, non ho mai avuto una voce squillante, quindi non si sentirà ma vabbè.
Subito il coming out:
ho votato M5S. Preciso: non Grillo. A me Grillo sta simpatico fino a un certo punto, ne apprezzo lo spirito caustico e l'impegno; ma potrebbe urlare un po' di meno e soprattutto lasciare che ci sia un po' più di democrazia interna, e anche mettere un po' di coerenza tra gli obiettivi. Io, per esempio, l'Euro e l'Europa non la metto in discussione, e se un eventuale governo a maggioranza M5S dovesse metterla in discussione, sono pronto a scendere in piazza per difenderla e sono pronto a votare contro qualsiasi referendum, con o senza quorum, per tornare alla Lira.
Ma, a parte questo e altre spigolature, sono abbastanza d'accordo con il programma, e mi riconosco più nell'essere amorfo del "movimento" che nella struttura granitica e un tantinello più antidemocratica di Grillo (sebbene rappresentativa, ma le due cose non sono sinonimi) dei principali altri partiti.
Ho uno spirito anarcoide. Mi piace il caos, perchè credo che solo da quello possano nascere energie creative. Di solito ho sempre cercato di applicare quest'assunto alla mia vita evitando di coinvolgere gli altri: il mio voto è sempre stato "responsabile", alle politiche come alle comunali/regionali, referendum, etc etc. L'ingovernabilità appariva anche a me come la prospettiva peggiore, il mostro da evitare: voglio dire, uno può vivere nel casino quanto vuole, ma non si può prescindere dalle leggi, dal governo, etc, no?
Ebbene, negli ultimi due anni ho pensato molto, ho osservato e riflettuto su come ci stavamo lasciando scivolare nella crisi senza fare niente, e ho capito una cosa: noi Italiani siamo troppo abituati a passare da uno status quo all'altro, che sia di destra o sinistra non importa, purchè sia un equilibrio. E proprio questa tendenza ci ha fatto puntare i piedi davanti al baratro, per rallentare la caduta, anzichè farci voltare e risalirlo. Fare questro avrebbe richiesto un cambio di mentalità troppo radicale, rapido, per una società irrigidita come la nostra. Ci teniamo insieme a forza di tradizioni, noi.
Non va bene. Allora ho fatto due conti in tasca e votato ciò che più di altro avrebbe scombinato le carte in tavola: sinceramene non mi aspettavo neanche un successo così travolgente, pensavo più che altro a una manciata di deputati che sarebbero stati la spina nel fianco del futuro governo. Per questo la divisione del Senato (che poi è anche della Camera, salvo il premio di maggioranza che falsa il risultato) in tre parti praticamente uguali è stato uno choc anche per me. Mi sono ricreduto sulla scelta, e mi è caduto l'occhio su quella famosa petizione "Grillo dammi fiducia". L'ho compilata e ho cliccato "invio", ma fortunatamente avevo dimenticato di inserire il mio indirizzo mail: il sistema non ha inviato la domanda ed io, smaltita l'adrenalina del momento, mi sono fermato a chiedermi: "ma ne vale la pena?"
Mi spiego: abbiamo la possibilità di vedere all'opera, come legislatori e controllori del Governo, un mucchio di cittadini comuni, semplici, dalle provenienze più disparate, disoccupati e studenti, che hanno raccolto negli ultimi tre anni proposte e richieste raccolte direttamente dalla gente. Una situazione che assomiglia molto a quella della Costituente. Non voglio dire che sia di per sè un bene, ma che è un'interessante opportunità, che di sicuro una maggioranza "semplice" di destra o sinistra non ci avrebbe permesso di sfruttare. I parlamentari del M5S sono in larga parte più giovani dei loro colleghi dei vari partiti: perchè non dovremmo approfittare di questa situazione per, ad esempio, fare una riforma della scuola e dell'università più vicina ai bisogni degli studenti e delle famiglie, e non solo misurata con la sacchetta del bilancio dello stato e ad uso delle aziende?
L'assioma secondo cui i corsi di laurea/master/etc devono essere orientati a quello che le aziende vogliono è sbagliato: non solo è riduttivo, ma non ci aiuta ad uscire dalla crisi. Finchè daremo alle aziende solo quello che chiedono, non ci sarà mai innovazione, genialità, ma solo incanalamento in settori già esistenti. L'Università, al contrario, deve fornire ai giovani idee che permettano loro di creare le aziende del domani: solo così si può trovare un modo per tornare a crescere. Ma questo è un argomento un po' lungo da affrontare e mi porta fuori strada. Era solo un esempio.
Volevo dire che in Parlamento, ora, sono rappresentate parti della popolazione escluse finora (gli studenti p.es.), che hanno la possibilità di intervenire legiferando e, si spera, non avendo alle spalle un grande apparato di partito, non essendo stati condizionati prima d'ora, non lo siano adesso, siano meno corruttibili, insomma più "onesti" e "umili" (quanto mi fanno ridere queste due parole in politica).
Un'opportunità troppo grande per essere sprecata concedendo la fiducia a un governo che si sa già avere vita breve. Organizzare nuove elezioni non è solo costoso e potenzialmente
molto inutile (non credo che i risultati saranno molto diversi fra qualche mese, forse una maggiore affluenza potrà spostare un 2-3% da una parte o l'altra, ma al di là del numero di seggi ottenuti da questo o da quello la sostanza del voto non cambierà), ma anche
molto stupido: gli Italiani non hanno votato per vedersi detto "ritenta, sarai più fortunato" o "hai votato proprio in maniera stupida: tieni di nuovo la scheda elettorale, ecco, guarda, si fa così, non come hai fatto l'altra volta".
Non funziona così in democrazia! Non è semplicemente giusto, da parte di un partito che si fa chiamare Democratico (con la maiuscola!), proporci di mettere una pezza e riprovarci. Cos'è, una roulette russa, spariamo finchè non becchiamo la pallottola? Mi sento preso in giro da Bersani, lo dico chiaro e tondo, e anche da quelli che in diretta TV hanno detto "si rivota" già durante lo spoglio. Con mio sommo orrore mi sono ritrovato a dare ragione a Cicchitto (dio mi fulmini): sono irresponsabili, in tutti i sensi.
Ora Bersani spaccia per "responsabilità" l'offrirci (agli italiani, dico, non al M5S) un governo con le mani legate, che fa tre-quattro cose e poi si dimette per fare un altro paio di mesi di campagna martellante al suon di "fateci governare per davvero, questa era solo una finta". Sconcertante e disarmante. Esattamente il contrario di quello che mi aspettavo da un partito di "sinistra" (che dovrebbe lottare per cambiare! Che dovrebbe abbracciare il cambiamento, cercarlo lui per primo, inebriarsi di novità!). Un conservatorismo che fa cadere le braccia.
Allora, forse, mi sono chiesto se davvero Grillo non avesse fatto, al netto delle parolacce, un'analisi giusta. Se non si trattasse in realtà di un "governissimo" inciucione. Ed effettivamente gli indizi portano a questo: Bersani si fa votare la fiducia dal M5S (che da B. non può, ovviamente, a meno di non perdere quello che gli resta della faccia), poi ottenuto il governo si mette a fare quello che abbiamo visto durante Monti: vota le leggi d'accordo con il PDL. Leggi minime, giusto per non far implodere il Paese, ma neanche per salvarlo, e soprattutto silenzio tombale su conflitto d'interessi, riforma del sistema radiotelevisivo, anzi, cogliendo l'occasione per fare già campagna elettorale: "eh si, noi avremmo tanto voluto fare la legge su questo e su quello, ma vedete voi a cosa ci avete costretti, non ci avete dato la maggioranza, ora che possiamo fare? Siamo costretti ad andare a braccetto con B.".
Votare la fiducia non è solo "far esistere" un governo, ma una pesante responsabilità su tutte le sue azioni, perchè tra le altre cose gli dà modo di agire, con decreti-legge e decreti legislativi (e se n'è abusato fin troppo!) e in più ci rappresenta all'estero, con chissà quali ministri (Prodi? D'Alema? Amato? Bindi? Renzi?) e impresentabili/leccaculi piazzati in posti defilati (sottosegretari e viceministri) per soddisfare le varie correnti di partito. Io, a questo, non ci tengo: e soprattutto non ci tengo che Bersani faccia il Premier, perchè lui non ha vinto. Non intendo il partito: intendo proprio lui. Se la gente l'avesse voluto al governo, l'avrebbe votato. Ora non vedo perchè, pur avendo portato il partito alla sconfitta, vuole fare il Presidente. Non è semplicemente giusto nè democratico. Una persona davvero "responsabile" dovrebbe dire: "ok, ho scazzato alla grande. Non mi merito questo posto. Deve farlo uno più capace di me" (oddio, spero non Renzi, il Berluschino chic). Il suo partito non è il primo, e non spetta a lui comandare. Una legge elettorale chiaramente antidemocratica gli ha garantito delle poltrone, ma non gli dà il diritto morale di proporsi alla guida di un governo. Questo lo riconoscerebbe chiunque dotato di un minimo di onestà e coerenza intellettuale: non puoi criticare fino allo sfinimento il Porcellum e poi metterti in tasca i privilegi che ti dà. Sarò felice se il M5S non voterà la fiducia a un governo Bersani con i ministri riciclati dai vertici PD.
Ma allora? Cosa fare?
Io credo che Bersani dovrebbe riconoscere di non essere la persona che gli Italiani vogliono a capo di un governo e non proporsi come tale durante le consultazioni; Napolitano dovrebbe, in semplicità, dare la Presidenza del Consiglio al M5S (primo partito nonostante il premio di maggioranza), che poi costituirà un governo in cui alcuni ministeri "politici" (Interni, Esteri, Politiche comunitarie, Pubblica amministrazione, Rapporti con il parlamento e simili) sono assegnati ad esponenti PD davvero capaci e meritevoli (magari usando le regole del Movimento: non più di due mandati, incensurati, etc), mentre quelli "tecnici" a persone scelte con il metodo che il M5S riterrà opportuno (una consultazione popolare su una rosa di nomi
davvero eccellenti è il mio augurio).
Oppure, in alternativa, la "soluzione Belgio": l'Italia, dopotutto, non ha strettamente bisogno che venga nominato un nuovo governo, se non si trova un accordo. Monti resta in carica per il disbrigo degli "affari correnti" finchè il nuovo non viene nominato, e nel frattempo esegue gli ordini della maggioranza parlamentare (lo fece già Prodi nel 2008).
In Belgio hanno fatto così per due anni, in piena crisi, non sono crollati. Con calma si è trovato un accordo di governo. Quindi il PD potrebbe dimostrare prima, con i fatti, di essere "degno di fiducia" approvando le leggi necessarie al Paese; allora potrà anche far parte di un esecutivo. Abbiamo dato deleghe in bianco per 70 anni, ci siamo fatti pigliare per fessi abbondantemente, ora potremmo cominciare a incassare prima di erogare.
Certo, è un'opzione un po' grigia come il suo Presidente del Consiglio, che potrebbe evolversi anche malissimo (potrebbe sancire "l'inciucio perfetto" benedetto dal cielo e rifare la vecchia DC a suon di "ma quanto ci vogliamo male, eppure stiamo insieme"), ma è comunque possibile. Spero magari che non ci si arrivi.
Mi chiedo quanti avranno letto il post per intero e quanti invece, dopo la decima riga, saranno saltati a commentare. Peccato che non ci sia una statistica del blog per questo, sarebbe interessante pubblicarne i risultati...
Ad ogni modo, a prescindere da tutto, auguro a tutti una serena vita nei prossimi mesi (e anni?), sperando che l'Italia non diventi definitivamente il Paese da cui tutti vogliono scappare.
Alla prossima
Grillo Sognatore