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domenica 15 gennaio 2012

Repost: Altrove / 13-03-2009

D'improvviso ogni cosa è stanca. L'acqua che scende dal rubinetto, la luce che cade sugli oggetti, il riflesso che scivola sul vetro. Tutto ha voglia di un altrove, di un posto in cui rifugiarsi, di un perchè che non faccia fuggire.
Il senso non è qui, nelle lampadine a risparmio energetico, nei libri dalla copertina rovinata, nelle mille cose che, non guardate, si perdono o si rovinano. Non è nelle mie mani, che si perdono in ogni più piccolo gesto, non è nelle mie gambe, che incespicano nei passi più semplici.
No, qui ogni cosa è stanca. Stanca di stare al suo posto, di avere quella funzione, quella forma, quel colore.
Tutto è sbagliato, va fatto da capo, ripreso, ridisegnato. Ogni cosa chiede pietà per la sua esistenza storta, sgualcita, segnata dagli errori. Ogni cosa ha torto e ha ragione. Non c'è tribunale e non c'è appello: la superficie sbaglia.
La sola speranza è altrove.

Cosimo Plasmati, 5 marzo 2009

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