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domenica 15 gennaio 2012

Repost: Il Cazzeggiatore: fine Canto II / 26-11-2008

Come posso farmi perdonare, amici miei? Sono stato così assente che quasi avevo dimenticato come fosse bello avere uno spazietto di condivisione sulla Rete! ma sono tornato, per vostra fortuna (o sfortuna, naturalmente), e spero di farmi perdonare innanzitutto completando il II canto del mio poema; dalla prossima volta riprenderò, con un bel salto di stile in tutti i sensi! aspettate e vedrete!

Canto II
Stanze XXXI - XXXIX

<<Esta fiera selvaggia, aspra e forte,
che tu vedi giuocherellar, era l'orgoglio
di me dinanzi ai mie' compagni di scuola.
quanti possono dir d'aver uno sputafuoco?
Ebbene, io l'avevo. E - ahimè! - pensavo
che avrebbe sbranato i prof, e mangiato
i bulli che m'infastidivano; qual errore!
Era, codesto drago, creatura sì pacifica

e d'indole remissiva, che a malapena
giuocava con un gomitolo, e si spandava
dell'ombra sua stessa! E poi piagnucolava
per ogni piccola cosa, e se si facea male,
da me correa, e si rannicchiava ai miei piè.
E noi che non capivamo nulla! Sbigottiti
c'inventavamo mille e mille spiegazioni,
ma eravamo lontani dall'amara verità.

Tutto apparve chiaro quando la mi' sorella
- quella mirabil creatura! - un dì s'avvide
del cuccioletto mio, e lo chiamò: "Adalgiso!"
E quei, scodinzolante, le volò in grembo.
"Squartaneonati! Qui!" diss'io, ma il farabutto
fece orecchie da mercante. E lei gli solleticava
il pancino, e poi fece il gran gesto. Si sfilò
dai capelli un nastro rosa, e fece un fiocchetto

sulla coda di lui. Ed egli rise! E gli brillaron
gli occhi. Allor capii. E stetti a bocca aperta
per quasi un quarto d'ora, mentre lei lo vestiva
da damigella, e prendeva il thè, sulla sediola
assiso tra le bambole. Quel drago - Tristagno
Ermegisto Trafiggibudella, e quant'altri nomi! -
in realtà, caro mio, era culattone>>. e ristette.
Impossibil, lettore, descriverti lo sgomento

che a frotte mi prese, quando realizzai ch'era vero!
Nessun dubbio: il drago era maschio - non v'è
bisogno di descrivervi l'affare -, pur tuttavia aveva
nelle movenze, nel fare, nel suo ruggire in falsetto,
in quelle labbra accese - ora scorgevo il rossetto! -,
nei segni intorno agli occhi - l'ombretto! -, e nelle
lunghe e arcuate ciglia - l'eye-liner! - aveva, in sè,
qualcosa di indescrivibilmente gaio. era certo.

Istintivamente, feci due passi indietro. <<oh,
non preoccuparti>> diss'il duca mio, <<gl'umani
non gli piacciono! Solo i giovani draghi aitanti>>
Questo, un po', mi tranquillizzò. ma rimasi lì,
fermo in contemplazione, per lungo tempo. poi
dissi: <<è per ciò che allor l'abbandonaste!>>
<<ho detto>> riprese lui, <<che fu per la pupù.
dapprincipio era tranquillo, la facea nel fossato.

ma quando cominciaron a morire i coccodrilli,
e a svenir le dame rinchiuse nelle torri, vedemmo
ch'era difficil tenerlo a bada. Cominciammo
a venderla come concime, ma in breve i campi
del nostro e dei regni vicini furon stracolmi.
E ci decidemmo a mandarlo via. Non, ripeto,
senza pianti e strilla da parte mia. chè, pur gay,
mi c'ero affezionato! Mi voleva bene, e forse

un altro drago m'avrebbe già incenerito. invece
lui così gentile facea sempre coccole! Comunque
quest'è la storia>>. <<sire, mi commuove troppo
- soprattutto a stomaco pieno - il narrar che voi fate.
e però vorrei chieder, se non è troppo, che si deve
a questo punto combinar! lontan da casa, braccati,
senza posti in cui riposare, dov'andremo ora?>>
<<seconda stella a destra, questo è il cammino,

e poi dritto fino al mattino. poi la strada la troviam
da noi, e intanto abbiamo rimediato un mezzo
niente male per scarrozzarci!>>. Invano pensai.
non v'erano alternative. magari Peter Pan sapea
come uscire da questa penosissima vicenda,
e magari tornavo a casuccia giusto pel pranzo.
Facemmi il segno della croce; e raccomandatomi
ai santi, salsi sull'ambiguo destriero, e quei volò.

Fine del Canto II.

Vostro per sempre
Grillo Sognatore

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