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domenica 15 gennaio 2012

Repost: C. / 17-05-2009

C.

Com'è difficile, nel buio, riuscire a far filtrare un raggio di luce.
L'oscurità è una materia spessa, densa, dura da alleggerire. Sembra impossibile riuscire a rischiarare il nero che si vede davanti a sè. Va avanti alla cieca, tastando, cercando a fatica un qualche oggetto che faccia luce. Ma non ce ne sono.
Poi, inevitabilmente, si fa giorno.
Profili, ombre, superfici si delineano alla vista, l'aria torna nei polmoni, gli occhi trattengono le lacrime che erano sul punto di essere versate. Il tremito che scuoteva dalle fondamenta il suo corpo si scioglie, l'oppressione al petto svanisce. Resta un'ansia leggera di attesa, una sospensione incerta, uno stato di incoscienza di sè e di tutto, tranne di quella luce che sta aumentando.
Non la vede, ma c'è. E tutta la tensione accumulata, che lo teneva teso fino allo spasmo, cede il passo alla stanchezza. Una voglia indefinita di dimenticare, di lasciarsi indietro tutto, lo pervade. Un sospiro sfugge. Un sorriso, un vero sorriso di serenità - non quella finta smorfia fatta ad arte per tanto tempo, non la maschera vuota dell'attore! - si disegna sul volto. Gli occhi, involontariamente, si chiudono, il corpo si lascia andare.
Cade su una sedia che era lì da sempre, da lui non vista, non riconosciuta nemmeno al tatto. Le sue membra si dispongono disordinatamente, non cerca nemmeno di puntellarsi, si scioglie in un riposo senza sonno, pieno di luce filtrata dalle palpebre chiuse.
Il sole compie il suo giro, lo inonda di calore, gli ridona l'energia che per lungo tempo era andata svanendo nel suo inutile sforzo di tenersi in piedi nonostante tutto.
Non si alza. Com'è bello stare qui, riposarsi, riprendere le forze, senza avere niente da fare, senza nessuno da odiare, solo il sole e la sua luce, e il suo calore, com'è bello stare così, abbandonato, scomodo ma felice, finalmente nella sua casa. Così è giusto, così dev'essere, non c'è nulla da dire, da dover dire, da recriminare, da desiderare, nulla da perdonare, da amare, da odiare. C'è solo lui e il rumore che fa il vento tra le stanze.
La notte è passata. Forse ce ne sarà un'altra, dopo - forse -, intanto riposa, com'è giusto, si gode il sole, si prepara ad uscire di nuovo fuori.
Fuori è ancora tutto incerto. Non si sa se sarà giorno o notte. Ma C. può ancora decidere.

Alla prossima
Grillo Sognatore

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