Una vena che avevo perduto da tempo, che ho ritrovato improvvisamente alla fine dell'anno, quando come tutto il mondo ho dovuto fare un bilancio: e ho scoperto che non riuscivo a districare la mia biografia da quella del mio Paese, che dovevo, per descrivere che cosa mi era successo, parlare di quello che è successo a tutti, o almeno alle persone ancora sane di spirito che abitano in Italia.
31/12/2010
Ho visto giorni neri, pesanti,
coperti da un cielo grigio e ammantati di nebbia;
e ho tenuto stringendomi il cuore le chiavi di una prigione
ignorando – o fingendo di farlo – il bambino che dentro piangeva;
ho visto in faccia anche la morte,
quella dell'odio, liquore amaro
che droga e non arriva mai a dissetare;
e ho sentito – senza osare voltarmi – il grido d'orrore
di un Paese stuprato, perfino lo strappo,
il pianto e la mano dolciastra
dell'uomo che gli tappava la bocca. Ho visto gente
divertirsi a guardare lo scempio, e l'ignoranza
entrare endovena negli occhi di troppi.
Ho scritto versi pieni di troppa rabbia per essere letti,
e visto cose così disgustose da non riuscire neppure a parlarne;
ed ho pensato che la forza di un uomo non sta nelle gambe,
ma nella lotta che abbatte i nemici che ha in testa.
31/01/2011
Alla prossima
Grillo Sognatore
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