Pagine

lunedì 9 gennaio 2012

Repost: Meno nostalgia del solito... / 28-09-2006

[Nota attuale: alla fine questo post conteneva l'invito per il blog di Giulio, che però poi l'ha abbandonato, quindi per scorciare un po' questa prolissità l'ho tagliato brutalmente.]

Salve gente, visto che non ho provvisoriamente nulla da fare, scriverò un altro po'.
è una cosa bella, ma soprattutto non fa male a nessuno (sempre che non si scrivano cattiverie o comunque insulti, vero Mariarosa???), e poi l'altro giorno ho lasciato le mie due belle poesiole senza commento, e mi sembrano troppo spoglie, troppo buttate lì come per caso; hanno
invece un meraviglioso significato, e perciò eccomi qui a parlarne.
La prima, "Senza una stella", è stata scritta in un momento di lucido sconforto, ma anche di contemplazione muta ed estatica del cielo: così vuoto, così piatto non l'avevo mai visto; un po' per la luce dei lampioni, un po' perchè forse c'erano nuvole molto alte che non si vedevano, avevo sulla mia testa un'immensa distesa di blu uniforme e stavo lì, a guardare, come se il mondo fosse finito, come se non ci fosse più niente intorno.
Guardavo il cielo e mi è venuta in mente la meschinità degli uomini, il loro bisogno di conforto, e il fatto che, così spoglio, quel cialo non offriva nessun conforto all'uomo; l'unica cosa che può offrire un cielo senza stelle, senza luce, è l'oblio, il sonno, la dimenticanza di sè.
È triste, ma molto intensa.
L'altra, invece, nacque dalla situazione opposta: ero per strada, per Via Lucana per la precisione, in una mattinata fredda e nebbiosa di ottobre, ed ero, se non proprio felice, allegro; osservavo le persone per la strada nei loro comportamenti nelle loro particolarità, e d'improvviso ne ho avuto una visione d'insieme, per intuizione: passeggiavano tutti frettolosi, pronti a ripararsi nelle loro casette calde, mentre io passeggiavo calmo perchè avevo "tempo da perdere" (che poi, se ci pensate, quello che chiamiamo così è in realtà il miglior tempo a nostra disposizione, quello "depurato" dagli impegni, nel quale, se siamo
fortunati, un pensiero intelligente ci fa visita di tanto in tanto); arrivato all'arco che dà sulla galleria, suona mezzogiorno e le campane di San Domenico si danno da fare: per tutto il centro risuona, echeggiato dai palazzi, l'avemaria, e sembra come se una voce abbia detto a tutti: <<che fate, che correte, dove volete arrivare a tutti i costi? forse riempirà il vuoto della vostra vita? non soffocate la Domanda con mille e mille azioni, sperate piuttosto! questo silenzio che corre tra persona e persona, questa estraneità può finire, come se
non fosse mai esistita>>.
Questa ed altre cose mi dicevano le campane, ed ho avuto l'impressione che le dicessero a tutti, indistintamente, gratuitamente; non ho più guardato le persone, da allora, come animali da studiare, ma come persone appunto, pensando che ogni loro paura e ogni loro difetto è in fondo anche un po' il mio.
Ah che sarà che sarà... ho trovato, grazie alla miticissima Sabina guzzanti, una bellissima canzone di Fiorella Mannoia, scritta con Ivano Fossati, e ne sono rimasto così folgorato che voglio condividere con voi il suo testo. naturalmente, però, vi consiglio di ascoltarla per conto vostro perchè è meravigliosa... soprattutto nella versione con Francesco de Gregori, Pino Daniele e Ron (la chitarra di Pino Daniele, come Francesco berardone saprà di sicuro, è semplicemente divina...)

Ah che sarà

   

Ah che sarà che sarà che vanno sospirando nelle alcove
che vanno sussurrando in versi e strofe
che vanno combinando in fondo al buio
che gira nelle teste e nelle parole
che accende candele nelle processioni
che va parlando forte nei portoni e grida nei mercati
che con certezza sta nella natura, nella bellezza
quel che non ha ragione ne mai ce l'avrà
quel che non ha rimedio ne mai ce l'avrà
quel che non ha misura.
Ah che sarà che sarà che vive nell'idea di questi amanti
che cantano i poeti più deliranti
che giurano i profeti ubriacati
che sta sul cammino dei mutilati e nella fantasia degli infelici
che sta nel dai e dai delle meretrici
nel piano derelitto dei banditi
ah che sarà che sarà, quel che non ha decenza ne mai ce l'avrà
quel che non ha censura ne mai ce l'avrà
quel che non ha ragione.
Ah che sarà che sarà che tutti i loro avvisi non potranno evitare
che tutte le risate andranno a sfidare
che tutte le campane andranno a cantare
e tutti i figli insieme a consacrare
e tutti i figli insieme a purificare
e i nostri destini ad incontrare
perfino il Padre Eterno da cosi' lontano
guardando quell'inferno dovrà benedire
quel che non ha governo ne mai ce l'avrà
quel che non ha vergogna ne mai ce l'avrà
quel che non ha giudizio.
Ah che sarà che sarà quel che non ha governo ne mai ce l'avrà
quel che non ha vergogna ne mai ce l'avrà
quel che non ha giudizio.
Ah che sarà che sarà quel che non ha governo ne mai ce l'avrà
quel che non ha vergogna ne mai ce l'avrà
quel che non ha giudizio.

è straordinaria, e naturalmente parla dell'amore, anzi dell'Amore, quello con la "A" maiuscola, quello che sta in tutte le cose, e questa canzone, per usare un lessico "Ciellino", mi corrisponde molto perchè elenca categorie che mi sono molto familiari: la natura (che è pilastro dello scoutismo), la poesia ("i poeti più deliranti") e poi è bellissima perchè parla di ciò che non ha governo, di ciò che non ha vergogna e, dulcis in fundo, di ciò che non ha giudizio perchè l'amore non ha giudizio, dà giudizio.
è spettacolare come la Mannoia sia riuscita a centrare il bersaglio in pieno, e in maniera così esaustiva. Tre minuti e spiccioli ed ecco l'amore: ciò che non si può definire perchè "non ha misura".
Mbeh, credo di aver parlato abbastanza per oggi.

Nessun commento:

Posta un commento