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lunedì 12 dicembre 2011

Repost: Gli esami... mamma mia! / 14-06-2006

AAAHHH!!!
Arrivano gli esami!!!
Come farò? come posso fare? Soffro tantissimo di stress da esame e alterno momenti di sconforto totale ad altri di studio forsennato... non riesco a trovare un minimo di equilibrio. mamma mia come sono nervoso.
Non sono davvero un tipo da esame; mi definisco più un "libero battitore" della cultura, uno che ha voglia di studiare per conto suo e che non ha bisogno di rendere conto di quello che impara a nessuno in particolare, ma alla società casomai, a se stesso, perchè la cultura è insomma un metodo per capire qualcosa in più sulla vita e per imparare la "ars vivendi". le cose migliori non le ho imparate a scuola, e quelle imparate a scuola sono state quelle che mi hanno colpito. come dire: le materie in cui riesco meglio sono solo quelle che mi interessano. Più in generale, riesco a fare spontaneamente solo quello che mi interessa.

Bella novità, dirà chi leggerà questo intervento; è vero, sono cose banali, ma non ho in testa niente di intelligente, per il momento; mi andava di scrivere queste banalità e l'ho fatto. tanto per fare qualcosa di intelligente, adesso pubblico una poesia, così magari l'omino del cervello mi rimanda segnali di vita; credo che la poesia rappresenti un po' il "defibrillatore" del cervello per me; quando sono vuoto dentro rileggo quello che ho scritto, e mi sento sempre meglio. e d'altronde, che sarà mai, 'sta poesia? mah! vallo a sapere! Eugenio Montale disse, quando gli consegnarono il Nobel per la Letteratura, che scriveva "poesie, uno dei prodotti più inutil dell'uomo, e questo forse è il suo unico pregio". Come a dire: perlomeno non faccio niente a nessuno.

Rosa di pesco

Le tue labbra sono freschi petali
bagnati di rugiada
e le tue mani rosa di pesco
sono miracoli della natura
così come il tuo sorriso
che etereo sfuma nel tuo viso
e in me.

(Dedicata a Francesca)

Qquando la rileggo mi sento sempre invadere da un senso di freschezza e di vitalità... è stata scritta in un momento particolare, in occasione del matrimonio del mio cugino omonimo (si chiama Cosimo Plasmati, proprio come me!); Francesca è sua moglie, si sono sposati giovanissimi (a 18 anni) e sono una meraviglia! hanno già un figlio, Michelino, che nonostante non veda da un bel po' (ormai dovrebbe saper già parlare, ed io l'ho lasciato che appena sapeva camminare) ricordo con meraviglia (ha un faccino rotondissimo...).
Francesca mi stupì per la sua gentilezza e la sua simpatia, e soprattutto per il suo sorriso, un sorriso timido, eppure ben visibile. è una ragazza fantastica e ho sempre pensato che, se non l'avesse presa mio cugino e l'avessi conosciuta io, ci avrei fatto un pensierino.
Comunque sia, questa è una delle ultime che ho scritto "su commissione", anche se con una sensibilità completamente diversa: nonostante mia madre mi chieda in continuazione di scriverne per tutte le occasioni (compleanni, onomastici, comunioni, anniversari eccetera...) in tutto ne ho scritte solo tre da allora.

La ragnatela

Solo nella stanza
Sdraiato sul letto
Osservo la vecchia soffitta polverosa
E il ragno che lento tesse la tela
Come una rete di raggi di luna
Solo per la strada passeggio
ed osservo le persone
che come ragni tessono
la trama della loro vita
sotto il ritmo lento ed inesorabile del tempo.
A volte mi capita
di invischiarmi nella mia stessa ragnatela
perso senza un aiuto
eppure tutto sarebbe così semplice
se la gente si desse una mano
e tutti insieme potremmo costruire una grande rete
così grande che non se ne vedrebbero i confini
e riusciremmo finalmente a vivere in pace.

Questa, invece, fa parte di un momento di "sconforto utopico", nel quale immaginavo una società di solidarietà assoluta, ero solo soletto allora, non avevo nessuno e mi stavo davvero invischiando nella mia stessa vita, che si attorcigliava su se stessa fino a soffocarmi in casa. naturalmente non esiste nessuna soffita polverosa, quella fa parte della mia immaginazione; il ragno che osservavo era in realtà in aperta campagna, e questa poesia è il frutto di una rielaborazione dopo
parecchi giorni dal fatto.

UN PASSO DOPO L’ALTRO

Un passo dopo l’altro
sulla sabbia del mare
le onde lente s’infrangono sulla spiaggia
e cancellano le mie orme
un sole fiammeggiante che tramonta
dietro nuvole di spuma rossa
riflette nel mare riflessi di fuoco.
Un passo dopo l’altro
sulla spiaggia della vita
con gli anni che tramontano e passano
lasciando dietro sé e spargendo
riflessi che rimangono nel cuore.
La strada è lunga, e il cammino è difficile
ma un passo dopo l’altro si cammina
e camminando si arriverà.

In origine era più lunghetta, conteneva una prolissa descrizione dei miei stati d'animo ed era monotona e noiosa: un bel giorno mi sedetti e la sfrondai di una buona metà. comunque niente da dire: è molti simile, come contenuto, alla precedente, solo che il tema (la solitudine) è riletto in chiave intimista; immagino di restare solo per tutta la vita facendomi coraggio da solo. per fortuna che oggi posso guardare "dall'alto" quel momento!!!

Altro che stress da esami, rischiavo una depressione vera e propria... oh che bello! mi è passata l'ansia! fiuuuuu.... tiro un grosso sospiro di sollievo ricordandomi come mi sentivo male... davvero, questa storia degli esami è niente in confronto!!!

Beh, credo di non aver offerto niente di che ai visitatori di questo blog, ma almeno sono riuscito a sfogarmi un po'.

Alla prossima (si spera con un bel 100 in tasca!!! ;-P)

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