Alora, bella gente, da un po' che non ci si vede su questo blog, vero? Beh, avrei voluto, ma sapete, avevo tanto da fare, non ho potuto impegnarmici, insomma lo sapete le solite cose da fare giorno per giorno che mi impediscono di... (sente il vibrare di qualcosa dietro sè, come il sibilo dello spostamento d'aria di qualcosa che viene mosso velocemente... molto velocemente, troppo velocemente) AAAARGHHH!!! Dunque dicevamo...
Cosa? Un urlo di dolore? No, ma che dite... vi sbagliate... faccio sempre così, quando penso al mio amato blog abbandonato... "oh me tapino! Aaaaarghhhh", non vi preoccupate. Piuttosto, ehm, vi devo salutare perchè, beh, ehm, ho da fare cose urgenti, insomma. Non sono mica fatti vostri, no?
Alla prossima
Grillo Sognatore
Tesi: (facendo fischiare il suo lucido frustino in aria) Allora? Ti muovi? Ogni minuto di ritardo una sculacciata e una bacchettata sulle dita!
C.: (mesto) Arrivo, arrivo...
Tesi: (incazzata) Arrivo...?
C: (sconsolato) Arrivo... mia padrona e Signora.
Tesi: (lo fa inginocchiare davanti a sè, gli punta il tacco a spillo in fronte lasciandogli il segno) Bravo... così ti voglio... dolce e remissivo. (ride sguaiatamente e frusta senza pietà il culetto nudo di C.) Ah ah ah! Ora non fai più l'intellettuale di stacippa... (Frusta alternando versi e parole)
Tiè! Toh! Sgnécchete! Tu volevi scrivere poesie! Tiè! Tu volevi
scrivere un romanzo a puntate! Beccati questa invece! Agguanta pure
'st'artra! Volevi scrivere pure una sceneggiatura... (Sputa su quattro fogli su cui c'è scritto, con calligrafia alquanto infantile, "Cuesta
è lastoria di una famigla che vive sul teatro come un realiti epperò
poi la filia schappa e poi l'altro fillio e poi lamamma sbrocca e il
papa' è sciemo e poi alla fine muoie e la colpa e del cattivo
prodduttore") PTÙ! Emmò torna al lavoro...
C.: (piangendo, si sistema sulla sedia davanti ai libri, dove Tesi lo lega con cinghie cosparse di spilli e già sporche di sangue rappreso) Ma... cinque minuti di pausa, nemmeno quelli? Una sbirciatina su Facebook? Un tweettino piccolo piccolo di dieci caratteri?
Tesi:
Pausa? Feisbuc? Tuitterr??? (il cielo si oscura, Tesi prorompe in una risata profonda e gutturale, da inferi) MUAHAHAHAHAH... potevi pensarci prima... e ora vai di
paragrafo, lavora, non ti fermare... verme! Va là, va là come scrive, la
merdaccia! Come scrive, ora che il professore gli ha messo il
peperoncino in culo! E dov'era, tre mesi fa, questa vena artistica? (imita C. con voce da frignone)
"non mi viene niente, non mi viene niente! Non mi vengono idee! Leggo i
libri, li leggo mille volte, e non esce fuori una riga!"
Nel
frattempo C. allinea paragrafi su paragrafi singhiozzando e lagrimando,
sicchè il suo contrappasso si compie dolorosamente anzichè giubilosamente
come in principio la benevola Provvidenza avea provveduto a prevedere.
Prudentemente, precauzionalmente, Tesi di quando in quando torna a
sferzar sulle nude natiche C., solo per ricordargli di non abbassare la
guardia, sorseggiando avidamente da un calice di amaro chinotto scuro
come il fiele.
giovedì 24 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
Destino, Fato e altre amenità.
Sarà che sono uno
spirito troppo letterario, ma per me il destino esiste davvero, ed è
inevitabile: nel senso che, qualunque cosa noi stiamo facendo adesso,
c'è qualcuno nel futuro prossimo o lontano che la sta descrivendo, che
sta mettendo insieme documenti e testimonianze per ricostruirla. Siamo
già parte di una Storia che ci descriverà, anche se non ne siamo ancora
consapevoli.
È un "destino" a posteriori se vogliamo, ma non per questo ci condiziona meno. La libertà (sempre per me) esiste, ma solo nell'attimo presente, e non è mai totale perchè dipende dal passato (dall'insieme delle scelte compiute, da come ci hanno segnato, etc) e dal futuro (aspettative, speranze, etc).
Per cui è come se ci fossero due destini: quello "storico" per cui tutto è o sarà consegnato alla storia e quello "biografico-psicologico", cioè tutti i nostri condizionamenti. Il Fato immutabile ed eterno è un po' la favoletta della buonanotte dell'umanità: i Greci ne avevano bisogno per ricondurre all'unità la loro fede sparpagliata e frammentaria, i Cristiani ne hanno raccolto l'eredità perchè tutti figli dei filosofi classici, e poi via via tutti i seguaci del progresso (o regresso) storico, credenti o no, hanno continuato a sostenerne le tesi. Possiamo fare ben più che cambiare le "sfumature" della nostra vita, come le grandi figure del nostro secolo ci dimostrano, sia in negativo che in positivo.
Due esempi a caso, Mussolini e Gandhi, uno maestro di provincia romagnolo, l'altro avvocato indiano in Sudafrica... la loro "cornice" storico-sociale, la loro biografia, non bastano a spiegare il loro "balzo", hanno fatto scelte coraggiose (in entrambi i sensi, ripeto, non sto facendo apologia del fascismo. Dico "coraggiose" perchè anche Mussolini ha rischiato la pelle... i risultati sono ben altra cosa) ma non perchè vi erano "predestinati". Hanno visto l'occasione favorevole (che si è presentata per tanti altri, un milione di altri avrebbero potuto prendere il loro posto tranquillamente), ci hanno provato e ci sono riusciti.
E quindi insomma il destino esiste, ma non è quello che ci dicono filosofi e teologi. È quello da cui ci facciamo condizionare noi, più il riflesso storico delle nostre azioni.
Forse questo discorso è un po' troppo sconclusionato e disorganico, ma vabbè. Mi andava di farlo, l'ho fatto, l'ho scritto di getto senza controllare la forma. A volte mi viene così. Prendere o lasciare.
Alla prossima
Grillo Sognatore
È un "destino" a posteriori se vogliamo, ma non per questo ci condiziona meno. La libertà (sempre per me) esiste, ma solo nell'attimo presente, e non è mai totale perchè dipende dal passato (dall'insieme delle scelte compiute, da come ci hanno segnato, etc) e dal futuro (aspettative, speranze, etc).
Per cui è come se ci fossero due destini: quello "storico" per cui tutto è o sarà consegnato alla storia e quello "biografico-psicologico", cioè tutti i nostri condizionamenti. Il Fato immutabile ed eterno è un po' la favoletta della buonanotte dell'umanità: i Greci ne avevano bisogno per ricondurre all'unità la loro fede sparpagliata e frammentaria, i Cristiani ne hanno raccolto l'eredità perchè tutti figli dei filosofi classici, e poi via via tutti i seguaci del progresso (o regresso) storico, credenti o no, hanno continuato a sostenerne le tesi. Possiamo fare ben più che cambiare le "sfumature" della nostra vita, come le grandi figure del nostro secolo ci dimostrano, sia in negativo che in positivo.
Due esempi a caso, Mussolini e Gandhi, uno maestro di provincia romagnolo, l'altro avvocato indiano in Sudafrica... la loro "cornice" storico-sociale, la loro biografia, non bastano a spiegare il loro "balzo", hanno fatto scelte coraggiose (in entrambi i sensi, ripeto, non sto facendo apologia del fascismo. Dico "coraggiose" perchè anche Mussolini ha rischiato la pelle... i risultati sono ben altra cosa) ma non perchè vi erano "predestinati". Hanno visto l'occasione favorevole (che si è presentata per tanti altri, un milione di altri avrebbero potuto prendere il loro posto tranquillamente), ci hanno provato e ci sono riusciti.
E quindi insomma il destino esiste, ma non è quello che ci dicono filosofi e teologi. È quello da cui ci facciamo condizionare noi, più il riflesso storico delle nostre azioni.
Forse questo discorso è un po' troppo sconclusionato e disorganico, ma vabbè. Mi andava di farlo, l'ho fatto, l'ho scritto di getto senza controllare la forma. A volte mi viene così. Prendere o lasciare.
Alla prossima
Grillo Sognatore
mercoledì 16 maggio 2012
Canto
Canto
Canto perchè in fondo il canto
come altre cose mi tiene sulla vita,
mi riporta in superficie, mi costringe
ad usare i polmoni. Canto per dire
che mi va ancora e ancora di vivere
e che non ne ho abbastanza, e per modo di dire,
con le parole spezzate quando viene, danzando,
tenendo il ritmo con i piedi e con le mani,
senza cetra né violino né orchestra da ammansire
nè palco su cui gioire. Canto senza orecchie
che mi stiano attente, e senza fare del male
a nessuno, mentre cucino e mentre cammino,
senza dipingere il quadro a modo mio.
Bologna, 16 mag 2012
Alla prossima
Grillo Sognatore
Canto perchè in fondo il canto
come altre cose mi tiene sulla vita,
mi riporta in superficie, mi costringe
ad usare i polmoni. Canto per dire
che mi va ancora e ancora di vivere
e che non ne ho abbastanza, e per modo di dire,
con le parole spezzate quando viene, danzando,
tenendo il ritmo con i piedi e con le mani,
senza cetra né violino né orchestra da ammansire
nè palco su cui gioire. Canto senza orecchie
che mi stiano attente, e senza fare del male
a nessuno, mentre cucino e mentre cammino,
senza dipingere il quadro a modo mio.
Bologna, 16 mag 2012
Alla prossima
Grillo Sognatore
martedì 15 maggio 2012
Bloccato bis
Pessima sensazione, quella del pianista-compositore che si siede davanti alla tastiera e non sa cosa fare, e allinea scale su scale perchè non gli viene in testa niente. Magari esce fuori anche una melodia carina (vedi Einaudi), ma niente di cuore, tutto di testa. Così sono io con questa tesi. Scrivo perchè devo scrivere qualcosa, perché devo riempire le pagine, ma sono tutti giri di parole, non arrivo mai al sugo, perchè sugo non ce n'è.
Mi sembra di rincorrermi la coda come i cani. Aggiungo avverbi su avverbi, incidentali su incidentali, allungo i periodi, parlo dell'aria fritta, alla fine pur avendo scritto qualche pagina mi sento come se fossi fermo al titolo del capitolo.
Brutto mestiere quello dell'artista, quando è secco dentro. Se non ha le motivazioni dentro di sè, non combina niente; hai voglia a coltivare la tecnica; gli altri, almeno, qualcosa la trovano da fare sempre; lui se non si spiccia a farsele da solo non arrivano.
E il pennello disegna cerchi e schizzi, le note si susseguono in sequenza come da manuale, la penna costruisce frasi, soggetto verbo complemento, tutto vuoto, tutto vuoto.
E che due palle, insomma!
Alla prossima
Grillo Sognatore
Mi sembra di rincorrermi la coda come i cani. Aggiungo avverbi su avverbi, incidentali su incidentali, allungo i periodi, parlo dell'aria fritta, alla fine pur avendo scritto qualche pagina mi sento come se fossi fermo al titolo del capitolo.
Brutto mestiere quello dell'artista, quando è secco dentro. Se non ha le motivazioni dentro di sè, non combina niente; hai voglia a coltivare la tecnica; gli altri, almeno, qualcosa la trovano da fare sempre; lui se non si spiccia a farsele da solo non arrivano.
E il pennello disegna cerchi e schizzi, le note si susseguono in sequenza come da manuale, la penna costruisce frasi, soggetto verbo complemento, tutto vuoto, tutto vuoto.
E che due palle, insomma!
Alla prossima
Grillo Sognatore
lunedì 14 maggio 2012
Bloccato
Help. Sono bloccato.
Non so nemmeno cosa scrivere di preciso: sono semplicemente impallato, da parecchio tempo, troppo, almeno due o tre settimane.
Non vado nè avanti nè indietro, nè miglioro nè peggioro. Sono in stallo.
Come cavolo faccio a sbloccarmi?
Eppure, la cosa peggiore non è nemmeno lo stallo in sè: è che ci ho preso gusto. Perchè in realtà, a ben vedere, se non fosse che devo scrivere una tesi di magistrale in due mesi, io starei bene, anzi benissimo: perchè non è che sono in una fase negativa, improduttiva, stazionaria nel senso di "a terra".
Anzi! Dal punto di vista creativo, va tutto bene: sto avendo nuove idee, sto portando avanti la messa in scena del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare (che vedrà la luce, se tutto va bene, insieme alla laurea: nel senso che è la laurea ad essere a rischio, non lo spettacolo), ho scritto proprio ieri l'abbozzo di un atto unico (o tragedia in due atti), qualche poesia e ho tanta voglia di riprendere in mano i miei romanzi e racconti, per finire almeno una raccolta di questi ultimi.
E poi non sono affatto triste: anzi, mi sento utile e produttivo come non mai, per la prima volta nella mia vita. Faccio il bibliotecario e dò ripetizioni di francese. Scrivo in francese. Leggo anche in francese. Sto pensando seriamente di mettermi a tradurre dal francese all'italiano, prima per diletto, e poi se mi riesce bene anche professionalmente, perchè no? Ho scoperto che un paio di opere di Georges Perec sono ancora inedite in Italia. Certo, ci vuole coraggio, ma ripeto... perchè no?
E poi sono quasi riuscito a mantenere la mia promessa di non comprare più libri finchè non avrò letto almeno una decina di quelli che ho in arretrato: e finora ho fatto solo un'eccezione. Quando ho visto Il circolo Dante di Matthew Pearl in una bancarella dell'usato a 1 euro, non ho proprio potuto resistere. Ma per il resto, se ho preso altri libri, è stato sempre e solo a costo zero: libri ceduti dalle biblioteche, altri che qualcuno doveva buttare, e qualcuno l'ho portato su da Matera (Littizzetto, Latouche, Poe, Verga e Camilleri per l'esattezza). E, cosa più importante, non sto accumulando i libri sul comodino: finchè non avrò finito Barnum 2 di Baricco non aprirò Lessico famigliare della Ginzburg (subito dopo è in programma Anna Karenina, se volete saperlo).
Ormai, solo questa maledetta tesi c'è tra me e la realizzazione di un sacco di obiettivi importanti della mia vita: i miei scritti, le mie letture, un lavoro non dico buono ma almeno non spaventoso, e poi boh! Il concorso per il maledetto TFA (ho scoperto che si paga! Ma vi rendete conto?!?! È un tirocinio, noi lavoriamo per lo Stato, passiamo un concorso, e poi dobbiamo pagare, pagare per diventare insegnanti!!! Migliaia di euro!), o magari un vero lavoro in biblioteca, oppure aprire una libreria (ma preferirei la biblioteca), mettere in scena qualche mio testo, oppure filmare, ecco, ultimamente mi è venuto il pallino della cinematografia (ma ve ne parlerò un'altra volta).
Questa maledetta tesi. La devo superare. Me la devo lasciare alle spalle. E non c'è altra soluzione se non cominciare a scrivere, una pagina dopo l'altra, infilando sul foglio dieci cento mille parole, fino a raggiungere l'ultimo maledetto punto dell'ultima porca frase.
Ma io ce la farò, orcoboia. A modo mio sono forte. Quando si tratta di parole, modestamente, me la cavo. E ce la farò anche stavolta.
Alla prossima
Grillo Sognatore
Non so nemmeno cosa scrivere di preciso: sono semplicemente impallato, da parecchio tempo, troppo, almeno due o tre settimane.
Non vado nè avanti nè indietro, nè miglioro nè peggioro. Sono in stallo.
Come cavolo faccio a sbloccarmi?
Eppure, la cosa peggiore non è nemmeno lo stallo in sè: è che ci ho preso gusto. Perchè in realtà, a ben vedere, se non fosse che devo scrivere una tesi di magistrale in due mesi, io starei bene, anzi benissimo: perchè non è che sono in una fase negativa, improduttiva, stazionaria nel senso di "a terra".
Anzi! Dal punto di vista creativo, va tutto bene: sto avendo nuove idee, sto portando avanti la messa in scena del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare (che vedrà la luce, se tutto va bene, insieme alla laurea: nel senso che è la laurea ad essere a rischio, non lo spettacolo), ho scritto proprio ieri l'abbozzo di un atto unico (o tragedia in due atti), qualche poesia e ho tanta voglia di riprendere in mano i miei romanzi e racconti, per finire almeno una raccolta di questi ultimi.
E poi non sono affatto triste: anzi, mi sento utile e produttivo come non mai, per la prima volta nella mia vita. Faccio il bibliotecario e dò ripetizioni di francese. Scrivo in francese. Leggo anche in francese. Sto pensando seriamente di mettermi a tradurre dal francese all'italiano, prima per diletto, e poi se mi riesce bene anche professionalmente, perchè no? Ho scoperto che un paio di opere di Georges Perec sono ancora inedite in Italia. Certo, ci vuole coraggio, ma ripeto... perchè no?
E poi sono quasi riuscito a mantenere la mia promessa di non comprare più libri finchè non avrò letto almeno una decina di quelli che ho in arretrato: e finora ho fatto solo un'eccezione. Quando ho visto Il circolo Dante di Matthew Pearl in una bancarella dell'usato a 1 euro, non ho proprio potuto resistere. Ma per il resto, se ho preso altri libri, è stato sempre e solo a costo zero: libri ceduti dalle biblioteche, altri che qualcuno doveva buttare, e qualcuno l'ho portato su da Matera (Littizzetto, Latouche, Poe, Verga e Camilleri per l'esattezza). E, cosa più importante, non sto accumulando i libri sul comodino: finchè non avrò finito Barnum 2 di Baricco non aprirò Lessico famigliare della Ginzburg (subito dopo è in programma Anna Karenina, se volete saperlo).
Ormai, solo questa maledetta tesi c'è tra me e la realizzazione di un sacco di obiettivi importanti della mia vita: i miei scritti, le mie letture, un lavoro non dico buono ma almeno non spaventoso, e poi boh! Il concorso per il maledetto TFA (ho scoperto che si paga! Ma vi rendete conto?!?! È un tirocinio, noi lavoriamo per lo Stato, passiamo un concorso, e poi dobbiamo pagare, pagare per diventare insegnanti!!! Migliaia di euro!), o magari un vero lavoro in biblioteca, oppure aprire una libreria (ma preferirei la biblioteca), mettere in scena qualche mio testo, oppure filmare, ecco, ultimamente mi è venuto il pallino della cinematografia (ma ve ne parlerò un'altra volta).
Questa maledetta tesi. La devo superare. Me la devo lasciare alle spalle. E non c'è altra soluzione se non cominciare a scrivere, una pagina dopo l'altra, infilando sul foglio dieci cento mille parole, fino a raggiungere l'ultimo maledetto punto dell'ultima porca frase.
Ma io ce la farò, orcoboia. A modo mio sono forte. Quando si tratta di parole, modestamente, me la cavo. E ce la farò anche stavolta.
Alla prossima
Grillo Sognatore
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