Pagine

venerdì 16 marzo 2012

Senza parole.

Nella mia vita sono rimasto poche volte senza parole: pochissime davvero, e me le ricordo tutte.

La prima è stato quando ho preso così tante mazzate da mia madre, e poi da mio padre, perchè avevo portato a casa l'ennesima "F" (insufficienza gravissima, in prima elementare, perchè non facevo mai niente a scuola), ma così tante, che ho pianto per non so quanto e non riuscivo a capacitarmi di quanto i miei genitori potessero essere cattivi. Quella fu l'ultima "F" della mia vita.

Poi un paio che non descriverò.

Poi ci fu quando rimasi a terra, all'aeroporto di Fiumicino, perchè avevo dimenticato la carta d'identità a Matera. Cazzo se ci rimasi male. Avevamo organizzato il Cammino di Santiago alla perfezione, tutti partirono tranne me. E soprattutto, non smettevano di darmi del coglione.
Mi dissi allora: "questo sarà il peggior momento della mia vita. Da adesso in poi mi metterò d'impegno perchè questo rimanga il peggior momento della mia vita. Momenti così non ce ne dovranno essere mai più, finchè campo. Fa troppo male".
Non faceva male solo perchè ero stato deriso, ma perchè mi ero reso conto effettivamente in quel momento di quanto ero stato coglione. Mi stupì, nella sua semplice evidenza, la mia coglionaggine.
Non era affatto una cosa scontata: avevo 16 anni e, pur essendo così da tantissimo tempo, mi consideravo migliore. Anzi, mi consideravo proprio un'ottima persona, migliore di quelle che mi circondavano. E invece avevo appena fatto una cosa così stupida da perdere completamente la faccia.
Non avevo, semplicemente, parole che potessero esprimere come mi sentivo. Non le ho ancora adesso, a dire il vero: sto approssimando per difetto.

Poi sono morte delle persone, e anche lì non ho saputo cosa dire. La morte, mi sembrava (e mi sembra tuttora), qualcosa sulla quale non si può dire niente. Accade. È l'unica cosa davvero evidente in questo mondo, l'unica che non si può contestare. La vita può essere relativa, così non è per la morte.
E tuttavia, pur essendo momenti terribili, non hanno raggiunto quello di Fiumicino, perchè a morire non ero io. In quell'aeroporto (e poi, al ritorno a casa, e negli anni successivi, e ogni volta che lo racconto), un pezzo di me è davvero morto, quella parte vanesia di me che si credeva il centro del mondo. Col senno di poi è stato positivo, ma lì per lì, credetemi, non lo è stato.

E il record era rimasto imbattuto, fino a stasera.

Restare senza parole, per me, significa che non trovo un senso in niente, che tutto mi fa schifo, che il dolore è insopportabile. Ma questi sono sintomi successivi e più coscienti, che arrivano, appunto, dopo le parole.
Prima, quando sono stato messo davanti al fatto compiuto di non essere più ben accetto dal gruppo in cui avevo investito gran parte delle mie energie quotidiane, al punto da litigare con parenti e amici (e fidanzata) perchè non stavo dedicando loro abbastanza tempo, le parole sono scomparse dalla mia testa.
Puff. Era il vuoto. Ma non il vuoto che mi prese una volta a un esame, che anche lì non avevo parole, ma perchè la prof mi inquietava (non era la stessa sensazione, lì non era colpa mia); era un "vuoto" così pieno di tutte le cose che avrei voluto dire che stavo per scoppiare.

Anche qui, dovrò accontentarmi di approssimare: avete presente tante persone che vogliono passare contemporaneamente dalla stessa porta? Quelli erano i miei pensieri. Per lunghi minuti, niente si è affacciato alla finestrella del cervello, neanche per dire "ma ho capito bene? non è che ho frainteso?". Non c'era niente. Continuavo a girare il cucchiaino nella tazza, ma tanto per fare qualcosa.
Poi ho parlato, ma non è che lo abbia fatto davvero. Voglio dire, nella mia testa ero (e sono ancora) senza parole. Cioè, se mi chiedo: <<come stai?>> non so cosa rispondere.
Ebbene si, credo che quello di stasera sia il momento peggiore della mia vita. Direi di gran lunga peggiore di Fiumicino. Sto di merda, ecco come sto. Sto che vorrei far tornare indietro il tempo di almeno un paio d'anni e prendere a schiaffi me stesso dell'epoca. Sto che avrei preferito non fare l'incontro di stasera. Sto che non so con che faccia tornare dagli amici, dai colleghi teatranti, da mia madre che mi dirà che ecco, lei aveva sempre avuto ragione, meglio così, che era tutta fatica buttata dall'inizio, e tutti, tutti senza eccezione che non potranno guardarmi che come un fallito. Sto come un fallito, uno sfigato, un buono a nulla, sto che spaccherei volentieri qualcosa in casa, se solo non fosse da ricomprare. Sto che nonostante mi si indori la pillola, sento che tutto il mio lavoro per migliorare, per diventare una persona più affidabile, più disponibile, più comunicativa e responsabile, è andato a puttane, gettato nell'immondizia. Sto come uno che ha dipinto un quadro, mettendoci dei mesi, lavorandoci in tutti i dettagli, e gli dicono che è una cagata. Sto come uno che è stato usato finchè era utile, e ora buttato nel cesso perchè non piace più, come un cavallo azzoppato che viene portato al mattatoio perchè non può più correre...
Non lo so come sto, ci provo, ma approssimo soltanto.

Mi sembra solo che, se mi domando: <<ma ne è valsa la pena, impegnarti per questi anni, promettere il tuo impegno?>> la risposta che mi viene da dare ora è <<No.>>

Vabbè.
Ora meglio andare a dormire, che domani mi aspetta una giornata lunga.


Alla prossima
Grillo Sognatore

1 commento:

  1. Recentemente ho riletto molti capitoli (mi piace chiamarli così, perché nell'insieme rendono la mia biografia) del mio blog, tutto d'un fiato, non riuscivo a fermarmi. E non ho potuto fare a meno di notare che i più belli sono quelli scritti in momenti di sofferenza, o comunque di riflessione. Forse in quelle circostanze riusciamo a parlare a cuore aperto, a dar voce ad un flusso di pensieri senza artifici e inibizioni di alcun genere.
    Forse è così che dovremmo mostrarci alle persone che ci hanno deluso, forse dovremmo metterle di fronte alla nudità e alla sincerità delle nostre intenzioni, sperando che in questo modo capiscano il perché delle nostre azioni (e nei casi più rari, che chiedano scusa).
    Comunque, se hai bisogno di un campo neutro, la dispensa dei miei consigli è sempre aperta :)
    Vale*

    RispondiElimina